Avvicinandosi alla Pasqua il Movimento Laudato Sì propone un cammino di preghiera e azione: solidarietà con chi vive in povertà e in zone di guerra, revisione dei propri stili di vita insostenibili, e appello ai cattolici per disinvestire dalle fonti fossili.
Dall’Oglio (Movimento Laudato Si’): “Il 22 aprile (Earth Day) il prossimo grande annuncio globale di disinvestimento”.
Limitare l’uso del gas in casa; rivolgersi ai gestori dei propri risparmi per disinvestire da società che sfruttano le risorse fossili (gas, petrolio, carbone, metano). Sono gli inviti che il Movimento Laudato Si’, nato nel 2015 dall’omonima enciclica di Papa Francesco, sta rivolgendo ai cattolici in questo periodo di Quaresima prima della Pasqua. Il “digiuno dal gas” come gesto di solidarietà verso le popolazioni che vivono senza riscaldamento a causa di povertà, terremoti e conflitti (in particolare quello russo-ucraino) è stato rilanciato dal Movimento anche in questo 2023, riprendendo la stessa campagna dello scorso anno. L’appello della campagna italiana di disinvestimento cattolico dalle fonti fossili risale invece al 21 dicembre scorso, e si inserisce in un consesso internazionale di enti, istituzioni, associazioni (non solo religiose) che vuole togliere finanziamenti ad un’economia definita “del saccheggio”.
Ne abbiamo parlato con Cecilia Dall’Oglio, direttrice associata dei programmi europei del Movimento Laudato Si’ e responsabile programmi in Italia, in occasione di una puntata di “Ecosistema” la rubrica radiofonica settimanale di Earth Day Italia sulle frequenze di Radio Vaticana Italia. Di seguito la versione integrale e la trascrizione dell’intervista.
Che cosa viene chiesto a chi vuole aderire al “digiuno dal gas”?
Chiediamo di fare un gesto personale di rinuncia all’uso eccessivo del gas, come in passato avevamo fatto per rinunciare alla plastica e al consumo eccessivo di carne. Il digiuno dal gas è una proposta nata lo scorso anno, all’indomani del tragico inizio della guerra in Ucraina con la nostra collega Svitlana Romanko. Ucraina che seguiva la campagna mondiale per il disinvestimento dalle fonti fossili. Lo chiediamo come gesto di fratellanza e solidarietà verso chi si trova al freddo, in Ucraina ma anche nelle altre situazioni di conflitto dimenticate nel mondo. Pensiamo anche ai nostri fratelli e sorelle in Siria che, dopo dodici anni di guerra, si ritrovano colpiti anche dal terremoto. È un modo per dire: anche io voglio fare la mia parte; perché i cambiamenti globali nascono anche dagli stili di vita personali.
Bisogna chiarire che il “digiuno” non significa chiudere completamente il gas e restare al freddo tutto l’inverno.
La richiesta è di provare a trovare la temperatura giusta. Un nostro amico, esponente di una delle associazioni che hanno già disinvestito dalle fonti fossili e hanno lanciato l’appello dello scorso 21 dicembre a fare lo stesso, diretto a tutte le realtà cattoliche, ha richiamato l’importanza di avere questi stili di vita anche in comunità e in famiglia. A volte è difficile trovare la temperatura giusta: bisogna confrontarsi, dialogare. Però questo ci mette in movimento; ci apre il cuore e le orecchie per ascoltare il grido della Terra e dei poveri, per non essere indifferenti. Dove sia possibile, dove non ci siano anziani o problemi di salute, penso sia positivo provare a spegnere il riscaldamento della propria casa; e provare soltanto un po’ che cosa voglia dire stare al freddo. Certamente non invitiamo a non accendere i fornelli, a non cucinare o non farsi una doccia. Però, mentre ci si fa una doccia calda, si può ringraziare il Signore per questa opportunità che tanti fratelli e sorelle non hanno; perché soffrono a causa di un’economia del saccheggio, un’economia di guerra. Dobbiamo sempre essere pronti a fare la nostra parte per un’economia di pace.
Questa proposta del “digiuno dal gas” si inserisce nel più ampio cammino quaresimale che il Movimento Laudato Si’ promuove in tutto il mondo con una proposta quotidiana. Il cammino inizia riprendendo la Laudato Si’ 217-218: “La crisi ecologica è un appello a una profonda conversione interiore” e “Questo esige anche di riconoscere i propri errori, peccati, vizi o negligenze; pentirsi di cuore, cambiare dal di dentro”. Il peccato ecologico è un’azione o un’omissione contro Dio, contro il prossimo, la comunità e l’ambiente, come ha affermato il Sinodo dell’Amazzonia. Quindi, in preparazione della Pasqua, durante la Quaresima, chiediamo a noi stessi e alla nostra comunità dove abbiamo bisogno della Grazia della conversione. Abbiamo un libro di preghiere del Movimento Laudato Si’, con la proposta di un esame ecologico predisposto dal Gruppo di Ecospiritualità Mondiale. Abbiamo una via crucis Laudato Si’, che ci fa riflettere in modo particolare sulle tante sofferenze e cadute, in questo percorso che cerchiamo di fare alla sequela di Gesù in una logica della vita, per capire dove invece stiamo perseguendo una logica di morte.
Perché la comunità cattolica dovrebbe impegnarsi in una questione secolare, economica, come appunto il disinvestimento dall’economia dei fossili? Qual vicinanza c’è tra il mondo spirituale e quello materiale?
La comunità cattolica, insieme a tutti gli uomini di buona volontà, deve aiutare ad indicare la stella polare del cammino verso cui dobbiamo andare. All’inizio della Quaresima il salmo ci richiamava: “Dov’è il loro Dio?”. Non dobbiamo essere pietra d’inciampo, ma testimoniare che vogliamo la cura della nostra casa comune e non il saccheggio; vogliamo un’economia di pace, non dello scarto. Per fare questo dobbiamo dare una testimonianza; e lo dobbiamo fare con uno dei grandi motori della vita: il denaro. Gesù ci chiede di scegliere. Dobbiamo fare in modo che i risparmi delle realtà cattoliche siano investiti dove sono anche i loro valori. Per questo chiediamo di unirsi al disinvestimento dalle fonti fossili durante la Quaresima. È un semplice modulo da compilare on-line in cui ci si impegna a un percorso di cinque anni e, se si hanno fondi investiti nei fossili, a un disinvestimento che all’inizio può essere anche parziale, o avere diverse forme. Una volta indicata chiaramente la direzione (questo è il senso del disinvestimento) poi c’è un cammino di conversione e di transizione ecologica. Noi crediamo molto nel valore della complessità: la Laudato Si’ ci dice che tutto è connesso. Quindi siamo contrari ad ogni sorta di semplificazione e di riduzionismo. Dobbiamo tenere presenti tutte le connessioni che ci sono, soprattutto verso i più poveri, e non lasciare indietro nessuno in questa transizione ecologica. Perciò a chi domandasse perché disinvestire se ci sono ancora gli aerei e ancora non possiamo fare a meno del petrolio e del gas, dobbiamo rispondere chiaramente che con questa scelta, come cattolici, testimoniamo la direzione verso cui camminare. Poi, appunto, c’è un percorso; per questo si chiama “transizione ecologica”. Vogliamo farlo connettendo la crisi sociale ed ambientale, senza lasciare indietro nessuno. Se non c’è una direzione non metteremo mai in moto questo percorso. Con l’annuncio di disinvestimento globale in occasione dell’Earth Day del 22 di aprile, dobbiamo proprio fare la nostra parte per accelerare il passo.
Parliamo del Movimento degli animatori Laudato Sì, nelle parrocchie, vicino alle persone. Dove e quanti sono? Che attività svolgono?
Nello spirito del Movimento Laudato Si’, che è un’alleanza mondiale di più di 700 organizzazioni, anche in Italia camminiamo insieme a moltissimi compagni di strada e aggregazioni laicali italiane, in collaborazione con partner come Earth Day Italia e l’Ufficio Nazionale per i Problemi Sociali e il Lavoro della CEI. Insieme lanciamo ogni anno un corso per Animatori Laudato Si’. Sono persone di tutte le età, provenienti dalle realtà che promuovono il corso: si ritrovano insieme e noi le aiutiamo, ispirandole e connettendole tra loro. Ogni mese teniamo degli incontri, aperti a tutti, in cui continuiamo a tenerci reciprocamente “svegli”. Gli animatori sono un dono enorme e inaspettato. Adesso sono 3.259; nel 2022 ne abbiamo formati 406; nel 2021 1062. Questi animatori hanno dato vita ai Circoli Laudato Si’: piccole comunità informali nate per pregare e discernere insieme durante questo cammino, e sentirsi meno soli. Possono formarsi da una suora, da un giovane animatore, da una signora anziana, da un parroco… Insieme si prega e si agisce. I circoli attivi sono 137: 39 creati lo scorso anno e 98 nel 2021. Sono presenti più o meno in tutta Italia. Poi abbiamo gli “animatori di animatori” che vanno a incontrare le comunità dove richiesto, e ci aiutano ad essere ambasciatori di un movimento che vuole essere decentrato sul territorio. Quindi una realtà molto viva. Per noi sono come degli innesti; persone che sentono in particolare la stessa chiamata udita da San Francesco davanti al crocifisso di San Damiano: “Va’ e ripara la mia casa che è tutta in rovina”. Sono persone con una grande fame e sete di giustizia. Questa è una formazione all’azione, per cercare di essere insieme in questo cammino veramente sinodale: perché è bellissimo incontrarsi con animatori Laudato Si’, scout, persone del Movimento dei Focolari, dell’Agesci, dell’Azione Cattolica, della Papa Giovanni XXIII, sacerdoti, suore, monaci. E’ veramente bellissima la biodiversità dei carismi che, quando ci troviamo insieme, è un dono enorme.