Ecosistema affronta il tema controverso del mercato delle a zero emissioni, ospitando in trasmissione Alessandro Macina, autore del libro: “Chi ha paura delle auto elettriche?”
Secondo l’ultimo rapporto dell’ACEA – Associazione Europea dei Costruttori di Automobili (“Veicoli sulle strade europee” del febbraio scorso su dati del 2022) in Europa la metà dei veicoli circolanti va a benzina, e un altro 41% a diesel. Le ibride sono al 3% e le elettriche all’1,2%.
In Italia quelle a benzina sono il 44%, le diesel il 42%, le ibride quasi il 4% e c’è una quota sopra la media di GPL e altri gas naturali come il metano: siamo quasi al 10%. Le elettriche però sono ancora pochissime: lo 0,4% dei veicoli circolanti.
Per approfondire il tema “Ecosistema“, la rubrica radiofonica di Earth Day Italia su Radio Vaticana Italia, nel programma “Il Mondo alla Radio” condotto da Luca Collodi, ha ospitato Alessandro Macina (nella foto): giornalista e autore di diversi libri di inchiesta sui temi della transizione ecologica, tra cui l’ultimo, appena pubblicato, intitolato “Chi ha paura dell’auto elettrica” – Edizioni Dedalo. Ascolta di seguito il podcast.
Quello delle auto elettriche è comunque un mercato in crescita: infatti negli ultimi 5 anni, nonostante le crisi e il rallentamento della produzione nel biennio del Covid, la vendita è aumentata di 18 volte nell’Unione Europea. Il tema del momento però è la quota di questo mercato in crescita. Un veicolo elettrico ogni cinque circolante in Europa è stato prodotto in Cina; percentuale che presumibilmente crescerà al 25% durante questo 2024.
Una spinta importante dovrebbe venire dalle flotte aziendali, che sono quelle che si rinnovano più facilmente e velocemente; ma l’analisi di Transport&Environment, un’associazione che promuove la transizione ecologica della mobilità, denuncia che in Italia solo il 5% delle auto aziendali è elettrico (una delle percentuali più basse d’Europa), e che l’obiettivo dovrebbe essere di raggiungere il 100% entro il 2030, riformando la tassazione di questo settore in tutta Europa.
Altro nodo cruciale sono le infrastrutture. I dati ACEA rivelano che nell’intera Unione Europea circolano circa 3 milioni di veicoli elettrici che hanno bisogno di ricarica. Le colonnine attive sono circa 630 mila, di cui circa un quarto sono state installate lo scorso anno. Questo vuol dire che virtualmente c’è una colonnina ogni 5 veicoli elettrici. Sembrerebbe una buona disponibilità ma come abbiamo detto la percentuale di auto elettriche sul totale è ancora molto bassa.
La Commissione Europea ha calcolato che per abbassare i livelli di emissioni delle auto del 55% entro il 2030, occorrerà installare altri 3 milioni di punti di ricarica entro i prossimi 6 anni. Vorrebbe dire triplicare il numero delle installazioni annue. L’associazione dei costruttori però prevede che nel 2030 le auto elettriche saranno talmente numerose in Europa che per sostenere la domanda non basteranno i 3,5 milioni di colonnine previsti dalla Commissione ma dovranno esserne disponibili quasi 9 milioni. Per dirla semplicemente bisognerebbe moltiplicare per 10 il ritmo di installazioni attuale.
Va anche sottolineato che non tutti i paesi europei installano colonnine allo stesso ritmo, anzi… i due terzi dei punti di ricarica dell’intera UE si trovano in soli 3 paesi: Paesi Bassi, Francia e Germania. Gli altri sono in forte ritardo. L’Italia è fra i primi 5 paesi per numero di impianti di ricarica ma, come detto occorrerà incrementare le installazioni. Soprattutto sarà necessario aumentare la percentuale di colonnine a ricarica veloce, quelle oltre i 22 chilowatt, che sono cruciali per diminuire drasticamente i tempi di ricarica e convincere le persone a passare all’auto elettrica: al momento in Europa solo una colonnina su 7 consente ricariche rapide, le altre sono a ricarica normale, o addirittura sono prese di corrente comuni che impiegano ore per fare il pieno delle batterie.