In Italia nel 2024 è aumentato il numero di incendi
Cambiamento Climatico Ecosistema

Si chiude un’estate da record, forse la più calda di sempre. E in Italia è record di incendi

Secondo il Copernicus Climate Change Service il 2024 rischia di essere l’anno più caldo mai registrato.

Agosto è terminato con una temperatura media globale della superficie terrestre di 16,82°, dato che ricalca quello del 2023 e che sottolinea come il Pianeta si stia riscaldando ad una velocità impressionante: la temperatura media rilevata quest’estate è salita di 0,69°rispetto agli ultimi 30 anni. Un’anomalia termica che nello stesso periodo del 2023 era di +0,66°. Per fare solo un esempio, in Canada durante questi ultimi tre mesi si sono registrati picchi di temperatura sopra i 42°, un dato significativo se si pensa che nel deserto del Sahara le massime vanno dai 45° ai 50°.

Il monitoraggio satellitare europeo Copernicus ha rilevato come il continente europeo si stia riscaldando molto più velocemente rispetto al resto del Pianeta. Negli ultimi tre decenni lo scostamento termico ha registrato un +1,54°, mentre per il solo mese di agosto un +1,57°, rendendo questo il secondo agosto più caldo mai registrato in Europa, dietro solo a quello del 2022, quando la media è stata superata di 1,73°. Questa serie di temperature e i già preoccupanti record superati in appena otto mesi rischiano di rendere il 2024 l’anno più caldo mai registrato.

Ormai da anni nel nostro continente, a causa del repentino innalzamento delle temperature, i fenomeni atmosferici estremi aumentano sia di quantità che di intensità, soprattutto nei paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Oltre agli improvvisi e ripetuti periodi di siccità, che danneggiano vari settori economici, gli eventi più frequenti e tra i più gravi sono sicuramente gli incendi.

È importante ricordare che il fattore umano rimane spesso determinante nella nascita della fiamma che scatena l’incendio: lasciando da parte l’atto doloso, sono per lo più atti di negligenza come l’abbandono dei rifiuti infiammabili o l’accensione di fuochi in luoghi fragili, ma anche uno scarso controllo del territorio per la pulizia o manutenzione delle aree boschive. Caldo estremo e correnti di aria calda sono però fattori che ne amplificano durata e portata.

L’Italia è tra i Paesi più colpiti dall’aumento delle temperature, con un caldo che va oltre le medie europee e il termometro che dall’inizio di quest’anno a fine agosto ha registrato un +1,66° rispetto alla media degli ultimi 30 anni, mentre per il solo agosto la media è stata superata di 2,38°.

Il nostro è anche il Paese europeo con il maggior numero di incendi rilevati. I dati arrivati alla prima settimana di agosto hanno registrato un totale di 254 episodi (seguono Romania con 230 e Spagna con 170 episodi), il 24% del totale europeo, per un totale di 28.600 ettari di terra rasi al suolo dalle fiamme. Questo soprattutto a causa delle correnti che dal Nord-Africa si abbattono sulle nostre coste aumentandone l’intensità e l’espansione in pochissimo tempo, a volte pochi minuti, contrastando le attività di spegnimento sia via cielo che via terra.

Le regioni più colpite quest’anno sono state quelle del sud, le isole e anche il Lazio, maggiormente esposte al caldo e ai venti. Delle 12 regioni interessate Sicilia, Calabria, Sardegna e Puglia da sole coprono l’85% del territorio nazionale danneggiato. La provincia più interessata è quella di Agrigento, cui seguono Cosenza, Reggio Calabria e Palermo.

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