Ecosistema racconta le soluzioni tecnologiche in atto per sostituire le fonti rinnovabili a quelle fossili. Ospite della settimana: Andrea Micangeli, docente di sistemi energetici all’Università di Roma La Sapienza.
In questi giorni alla COP di Baku si tengono banco i negoziati sui finanziamenti destinati ai paesi meno ricchi per permettere loro uno sviluppo sostenibile. “Ecosistema”, la rubrica di Earth Day Italia trasmessa da Radio Vaticana Italia, nella puntata di questa settimana ha affrontato uno dei settori più cruciali della transizione ecologica: la produzione e il consumo di energia. Dopo il quotidiano reportage di Pierluigi Sassi sui negoziati della COP29, è intervenuto Andrea Micangeli, docente di Sistemi Energetici all’Università di Roma La Sapienza. Esperto di minigrid e comunità energetiche basate sulle rinnovabili, Micangeli ha fatto il punto sulle tecnologie disponibili e sulle potenzialità delle reti locali di autoproduzione e consumo, che stanno diventando realtà in diversi paesi in via di sviluppo in Africa Asia e America Latina. Di seguito il podcast della trasmissione.
L’energia è uno dei motori del mondo; e al momento è ancora in gran parte inquinante: oltre l’80% della produzione e del consumo di energia dipendono ancora dalle fonti fossili (petrolio, carbone, gas naturali). Inoltre la produzione di energia è la maggiore responsabile del cambiamento climatico: causa infatti il 60% delle emissioni globali di gas serra. L’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) stima che, di tutta l’energia consumata nel mondo, attualmente il 13% venga da fonti rinnovabili. Si prevede che la percentuale salga al 20% entro il 2030.
Nell’Agenda 2030 fissata alla COP di Parigi nel 2015, il 7° Obiettivo di Sviluppo Sostenibile recita che, alla fine di questo decennio, l’umanità dovrebbe “Assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni”. Ad oggi però una persona ogni 5 al mondo non ha accesso a “moderni” sistemi elettrici; e 3 miliardi di persone cucinano e si scaldano utilizzando ancora il legno, il carbone o il concime animale. L’Obiettivo 7 inoltre prescrive ai paesi che hanno firmato l’Accordo di Parigi di “Aumentare considerevolmente entro il 2030 la quota di energie rinnovabili nel consumo totale di energia” e di “Raddoppiare il tasso globale di miglioramento dell’efficienza energetica”. Tutto entro il 2030.
La cooperazione internazionale dovrebbe anche portare a finanziare, progettare e sviluppare nuove tecnologie e reti di produzione di energia pulita; e condividerle con tutte le nazioni, soprattutto con quelle che non hanno ancora sviluppato sistemi energetici moderni: rinnovabili, a impatto zero o comunque meno inquinanti.
Tra le fonti rinnovabili, il solare fotovoltaico e l’eolico rappresentano le tecnologie di punta di una transizione che viaggia veloce: si prevede infatti che la produzione globale di elettricità rinnovabile al 2030 aumenterà di quasi il 90% rispetto al 2023; nel 2025 supererà quella derivata dal carbone; e nel 2026 quella prodotta dai reattori nucleari. Alla fine di questo decennio l’energia prodotta da rinnovabili ammonterà a 17 mila Twh: una quantità che sarebbe sufficiente a soddisfare la domanda di energia combinata di Cina e Stati Uniti.