Ecosistema dedica la puntata odierna a un recap di quanto successo a COP29,. Pierluigi sassi in diretta da Baku, Alessandro Guarasci, Tiziana Tuccillo e Giuliano Giulianini raccontano alti e bassi della Conferenza a poche ore dalla chiusura dei negoziati.
Ascolta il podcast di “Ecosistema”, la rubrica di Earth Day Italia trasmessa da Radio Vaticana Italia.
La Conferenza delle Parti sul Clima si era aperta l’11 novembre con le esortazioni e le speranze di tutti a raggiungere accordi concreti e condivisi. Papa Francesco, nel suo messaggio per l’inaugurazione, ha proposto di cancellare il debito dei paesi poveri, non per generosità ma per rendere loro giustizia dei danni subiti nei decenni passati, a causa di uno sviluppo sfrenato che non ha portato loro i vantaggi goduti dai paesi ricchi.
Di contro ha pesato l’intenzione manifestata dal neo Presidente degli Stati Uniti di ritirarsi dall’Accordo di Parigi, che fissa dal 2015 tutti gli obiettivi di contrasto alla crisi climatica. Addirittura è possibile che gli USA si ritirino anche da queste conferenze per i prossimi anni di presidenza Trump, sposando in pieno le teorie negazioniste.
Nei primi giorni però si sono registrati anche passi avanti importanti: come il via libera al mercato de carbonio o l’impegno del Regno Unito a ridurre le sue emissioni dell’81% rispetto al 1990, soprattutto puntando sull’eolico in mare aperto. Il mercato del carbonio dovrebbe essere il luogo dove chi produce CO2 (imprese, paesi, istituzioni) sconta le sue emissioni comprando crediti da chi invece abbassa le emissioni, ad esempio con riforestazioni, chiusura di impianti inquinanti, tecnologie di sequestro delle emissioni, o creazioni di infrastrutture che sfruttano energie pulite. Questo mercato era stato immaginato a Parigi nel 2015 ma mai definito.
Nei giorni successivi però si sono registrate delle battute di arresto: come il plateale ritiro della delegazione argentina, su ordine del presidente Javier Milei che, di recente, aveva palesemente bollato il cambiamento climatico come “bugia socialista”. Più grave ancora l’impasse del G20 che si è svolto in Brasile in concomitanza con la COP: nonostante da Baku si moltiplicassero gli appelli per concretizzare i finanziamenti necessari alle opere di contrasto ai cambiamenti climatici a favore dei paesi che non possono permettersele, dai grandi del pianeta sono arrivate solo vaghe promesse e nulla di definito. I paesi in via di sviluppo avevano quantificato il necessario in 1300 miliardi di dollari all’anno.
Earth Day Italia è stata presente in queste giornate al Padiglione Mediterraneo della COP, ed ha organizzato quattro eventi in cui si sono messi sul tavolo i temi della finanza allo sviluppo, del ruolo dell’Europa in questa transizione, della partecipazione dei giovani ai negoziati e alle decisioni. C’è poi stato un incontro tra Pierluigi Sassi e il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin incentrato proprio sulle iniziative italiane per coinvolgere i giovani nelle azioni climatiche.
Sul sito vaticannews.va e sui canali di Earth Day Italia sono disponibili tutte le corrispondenze da Baku.