Escono i dati ISPRA sul consumo del suolo: nel 2023 ricoperti altri 72,5 km2 di terreno.
E’ uscito il nuovo rapporto ISPRA “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” in Italia. Rispetto agli scorsi anni i numeri e le percentuali sono diminuiti, ma rimangono comunque molto alti, sia a livello regionale che comunale e sparsi per tutta la penisola.
Ogni giorno vengono ricoperti circa 20 ettari di suolo, più di 8000 metri quadrati ogni ora. Tutto ciò si sviluppa soprattutto nelle aree urbane, dove le superfici artificiali come cemento e asfalto sono vaste e più dense. E’ stato infatti rilevato un importante abbassamento del cosiddetto “effetto spugna”, ossia la capacità del terreno di assorbire e trattenere l’acqua e regolare il ciclo idrogeologico. Questo nel 2023 ha avuto un costo, per vari motivi e conseguenze, di 400 milioni di euro.
Lo scorso anno il territorio è stato coperto da suolo artificiale per un totale di 72,5 km2, l’equivalente superficie di Firenze, Torino e Bologna sommate insieme. Questo è tuttavia un dato lordo, che si riduce a 64 km2 se si tolgono gli 8 km2 ripristinati in aree naturali. Rispetto al 2022 la percentuale di estensione delle superfici artificiali è comunque cresciuta dello 0,33%.
In sintesi nel 2023 sono stati cementificati 21.500 km2 si suolo, che corrispondono al 7,16% del territorio nazionale. Se portiamo questi dati nei contesti urbani, risulta che meno di 1/3 della popolazione che vive in città riesce a raggiungere a piedi un’area verde pubblica di almeno mezzo ettaro entro un raggio di 300 metri.
Il rapporto analizza poi i contesti regionali: i dati positivi riguardano soprattutto le regioni costiere e montuose, morfologicamente meno disposte al consumo di suolo. Quelle che meno hanno subito la copertura di suolo sono infatti la Valle d’Aosta, con un aumento di 17 ettari, e la Liguria, con un aumento di 28 ettari. Le regioni più esposte, quindi più inclini alla possibilità di subire un incremento di copertura, sono state quelle pianeggianti come l’Emilia Romagna, con +735 ettari, la Lombardia con un aumento di 728 ettari, la Campania con +616 ettari e il Veneto con un aumento di 609 ettari.
A livello comunale, per la prima volta Roma registra una riduzione dei dati rispetto all’anno precedente, con +71 ettari, in calo rispetto ai 124 del 2022. La capitale risulta comunque uno dei comuni con il consumo di suolo più alto insieme a Uta, comune in provincia di Cagliari, con +106 ettari, e Ravenna con +89 ettari.
Se guardiamo questi dati a livello di utile economico, come racconta il rapporto, la perdita di suolo avvenuta nel periodo 2006 – 2023 si traduce in un impatto economico stimato tra i 7 e i 9 miliardi di euro annui. Il valore perso di stock (ovvero la perdita assoluta di capitale naturale) dello stesso periodo varia tra i 19 e i 25 miliardi di euro.