La professoressa Antonia Testa (Università Cattolica) racconta la maratona internazionale di solidarietà del 15 maggio, organizzata per aiutare lo Shanti Ashram di Coimbatore: un centro gandhiano che supporta lo sviluppo culturale, sociale e sanitario di una vasta comunità locale, messa in ginocchio dalla pandemia che infuria in India.
Dall’inizio di marzo i numeri dei contagi hanno subito un’impennata esponenziale nel subcontinente indiano. Basti pensare che si è passati dai 12-15mila nuovi contagi di media giornaliera a febbraio, ai 300-400 mila contagi quotidiani delle ultime settimane; in un paese dove il Covid ha già mietuto 250 mila vittime. Una iniziativa a sostegno di una comunità indiana si svolgerà a sabato 15 maggio. Ne abbiamo parlato in questo articolo pubblicato nei giorni scorsi. Il tutto è nato da un viaggio in India della dottoressa Antonia Testa, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, che in quell’occasione aveva visitato lo Shanti Ashram di Coimbatore nello stato del Tamil Natu. Questo centro, ispirato all’opera del Mahatma Gandhi, dà supporto sociale, culturale e medico a migliaia di persone dei villaggi della zona. Al momento queste popolazioni si trovano, come il resto del paese, in balia della pandemia, con mancanza quasi totale di vaccini, attrezzature, presidi medici, e supporto in generale. La Cattolica e il Centro di Ateneo per la Solidarietà Internazionale, hanno perciò organizzato un webinar internazionale di pediatria e ginecologia di alto livello con lo scopo di raccogliere fondi per permettere allo Shanti Ashram di continuare l’opera.
Ne abbiamo parlato con Antonia Testa, professore associato di Ginecologia e Ostetricia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, in questa intervista trasmessa nel programma “Il mondo alla radio” su Radio Vaticana Italia. Di seguito la versione integrale.
Due anni fa lei ha visto il lavoro che si fa allo Shanti Ashram; che attività svolge e come è nata l’idea di questa strana “maratona intellettuale” virtuale per supportarlo?
Due anni fa, durante un mio viaggio in India, sono stata accolta dalla dottoressa Kezevino (Vino) Aram, pediatra e Presidente dello Shanti Ashram. “Shanti” vuol dire pace, e “ashram” è il termine utilizzato dalla comunità ghandiana. Sono rimasta molto colpita dei progetti che portano avanti. Avevano appena inaugurato una clinica pediatrica che fa da ponte tra gli ospedali della capitale e i territori, i mille villaggi che ruotano attorno allo Shanti Ashram. Ho “vissuto” dal di dentro i progetti per le mamme e nonne malate di HIV; ho visitato le numerose piccole scuole che loro gestiscono nei villaggi; ho visto la banca del cibo e lo sviluppo a 360° che loro portano avanti per la crescita della popolazione: soprattutto con un’attenzione speciale ai bambini. A Natale scorso ho ricevuto una email dalla dottoressa Aram e ho capito che ci sono delle difficoltà. L’ho chiamata al telefono e lei mi detto: “Antonia, dopo otto mesi di lock down abbiamo esaurito tutte le nostre risorse, e poiché la normalità della vita – lei ipotizzava – non ricomincerà prima di giugno, devo capire come continuare a portare avanti i progetti”. Allora le ho chiesto: “Di quanti soldi c’è bisogno per coprire questa emergenza?”. La risposta è stata 60.000 euro. Ho chiuso quella telefonata dicendomi che dovevo fare qualcosa per aiutare Vino Aram, soprattutto per il lavoro eccezionale che porta avanti. Da lì in poi mi sono confrontata con un collega, Luca Savelli, con il quale faccio spesso corsi e congressi. Che cosa potevamo fare? Come i cantanti uniscono le loro forze e i loro talenti per dei concerti di beneficenza abbiamo detto: perché non invitiamo i colleghi, i più famosi ginecologi del mondo e insieme realizziamo una maratona di solidarietà? Devo dire che con grandissima sorpresa ho ho trovato un’immediata adesione dal collega Mauricio Abrao in Brasile, a Pedro Ramirez negli Stati Uniti; da Kypros Nicolaides a Londra a George Condous in Australia. Quindi è una “Global Virtual Intellectual” Marathon per aiutare Vino Aram.
Immagino che in queste ultime settimane abbia potuto contattare lo Shanti Ashram, che è al centro della pandemia in questo momento. Com’è la situazione?
Ho sentito la dottoressa Aram pochi giorni fa. Vino in tutti questi anni è stata molto impegnata, a livello istituzionale con il parlamento indiano ed anche nelle organizzazioni internazionali come l’OMS. Ha espresso tutto il suo dolore, perché per mesi hanno cercato di far fronte alla pandemia; e ci sono riusciti in un certo modo. Poi questa “esplosione” del contagio che si sono trovati ad affrontare in queste ultime settimane anche per loro è straziante. Lei comunque ha una grande speranza. Non perde mai il coraggio. È una donna di una forza incredibile e quindi sta impiegando tutte le sue energie per far arrivare il vaccino a tutti, per poter far fronte a questa situazione.
Questo sarà un convegno internazionale. È aperto virtualmente a tutti, ma a chi è rivolto in particolare? a quali categorie professionali?
Sono coinvolti ginecologi dedicati all’ostetricia, all’oncologia e alla fertilità; ma abbiamo voluto associare alle figure ginecologiche anche quelle dei pediatri. E dunque in questo “pout pourri” della maratona abbiamo chiesto alcuni aspetti innovativi: che cosa la scienza ci può regalare ad oggi. Quindi si tratta di relazioni prettamente scientifiche, per un pubblico di professionisti. Ma all’apertura della maratona, avrò il piacere di presentare una relazione singolare, preparata proprio per l’evento della maratona, che il professor Salvatore Mancuso ha rivolto qualche giorno fa a degli adolescenti. Lui è un grande appassionato di placenta. Gli abbiamo chiesto di parlare ad adolescenti di tutto il mondo (erano collegati ragazzi da 23 Nazioni) del ruolo della placenta. Può sembrare strano, ma attraverso le sue parole, presentando i misteri e i segreti della vita intrauterina, ha trasmesso ai ragazzi la bellezza del rapporto madre-figlio, e la bellezza dei segreti della vita. Quindi apriremo con la sua relazione, che tutti potranno seguire; poi si susseguiranno le relazioni scientifiche, fino alla chiusura attorno alle 18, quando “virtualmente”, il professor Kypros Nicolaides e tutti noi, consegneremo alla dottoressa Aram i soldi raccolti attraverso le aziende che ci sponsorizzano, ma anche attraverso le donazioni su una piattaforma di crowdfunding che raccoglieremo durante la maratona stessa.
Ricordiamo infatti che la partecipazione è gratuita e la raccolta fondi avviene tramite donazione e con gli sponsor.
Esatto. Essendo un progetto scientifico, in questi giorni lo stiamo sottoponendo all’attenzione delle aziende che ci vogliono supportare. Ma qualunque donatore, chiunque voglia fare qualcosa per l’India, può aderire.