Il Natale di Salvamamme, l’associazione che raccoglie cibo, vestiario, beni di prima necessità e giocattoli per le famiglie in difficoltà economica, sociale e sanitaria; e che procura una prima assistenza psicologica e legale alle donne in fuga dalla violenza domestica.
“Salvabebè – Salvamamme” lavora tutto l’anno per portare soccorso alle donne in stato di necessità economica; soprattutto, ma non solo, alle madri con bambini. Alle famiglie vengono forniti generi alimentari, vestiario, mobilio, beni di prima necessità; ma anche giocattoli, sostegno psicologico, legale e medico. L’associazione è supportata dalla Croce Rossa, dal Servizio Civile, e collabora con case famiglie, ospedali e fa parte della rete di supporto alle donne vittime di violenze.
In questo periodo natalizio i volontari sono impegnati nella raccolta di donazioni di giocattoli e dolci per rendere più liete le festività di queste famiglie. Da alcuni anni, inoltre, Salvamamme confeziona e distribuisce la “Valigia di salvataggio” alle donne che si allontanano da situazioni di violenza domestica. Questa è una di quelle iniziative che agiscono nel concreto e nel quotidiano di una realtà che purtroppo si ripete troppo spesso. Attraverso il sito salvamamme.it, l’associazione raccoglie fondi per acquistare e riempire i trolley da
consegnare alle donne che si allontanano precipitosamente da casa per sfuggire alle violenze. Nella valigia ci sono: biancheria intima, ricambi di vestiario, e prodotti per l’igiene; in inverno anche guanti, sciarpe e indumenti pesanti; e pannolini e prodotti specifici per chi porta con sé anche i bambini.
Il prossimo 5 gennaio Salvamamme sarà all’Ice Park del Flaminio per distribuire i doni natalizi ai bambini delle famiglie assistite. In questi giorni è ancora possibile fare donazioni di dolci e giocattoli: l’associazione è contattabile tramite il sito salvamamme.it e sull’omonima pagina Facebook. Per le donne che subiscono violenza, Salvamamme può essere contattata anche tramite il numero nazionale antiviolenza 1522.
Di seguito la versione integrale dell’intervista a Katia Pacelli, direttrice dell’Associazione Salvabebè – Salvamamme, trasmessa nella rubrica Ecosistema di Earth Day Italia, nel programma “Il Mondo alla Radio” di Radio Vaticana Italia.
Qual è l’attività dell’associazione in questi giorni di festa per i bambini e per le mamme?
Proprio quello che cercano i bambini in questo periodo: i doni. Stiamo distribuendo i giochi che saranno i regali di Natale per le famiglie in difficoltà socio-economica; a questo aggiungiamo i pacchi alimentari e i dolci natalizi. Specialmente durante questo Natale, che si porta dietro una crisi importante, con tante famiglie che veramente non lo riescono a vivere, Salvamamme vuole portare speranza per un futuro migliore.
Quali sono i contesti sociali di questa difficoltà? Chi sono, che storie hanno le famiglie e i bambini che assistete?
Salvamamme assiste un mondo molto eterogeneo. In questo periodo in particolare ci siamo trovati con le “nostre” famiglie: quelle già in difficoltà economica a cui il covid ha dato praticamente il colpo di grazia. Ma ci siamo trovati anche con tante richieste di aiuto di chi viveva un po’ al limite, riuscendo a farcela ma mai con sicurezza e stabilità. I lockdown, la crisi che ha portato insicurezza e incertezze, le quarantene che costringono a stare a casa, l’instabilità del lavoro, naturalmente si portano dietro una difficoltà e una crisi economica che investono tutti.
Per chi voglia contribuire con donazioni, di che cosa c’è più bisogno in questo periodo?
Naturalmente in questo periodo stiamo raccogliendo i giochi. Ma quest’anno è un anno particolare anche per Salvamamme, perché stiamo facendo il trasloco. Mentre normalmente il nostro lavoro natalizio era prendere giochi usati e rimetterli a nuovo con “Guido Aggiustagiocattoli”, quest’anno purtroppo non siamo nella condizione di poterli controllare. Perciò chiediamo la donazione di dolci natalizi o di giochi nuovi; proprio per questa difficoltà che ci troviamo ad affrontare.
Passato il periodo delle feste, di che cosa ci sarà bisogno?
Noi abbiamo bisogno di donazioni di beni materiali, però nel tempo ci siamo resi conto che servirebbe un sostegno economico all’associazione, per aiutare in maniera più diretta e indirizzata le famiglie che hanno delle necessità speciali. A Salvamamme si rivolgono molte famiglie con bambini malati, perciò le esigenze cambiano minuto per minuto, e non sempre siamo in grado di dare una risposta.
Voi lavorate con le case famiglia, gli ospedali, avete il supporto Croce Rossa: quante richieste di aiuto sono causate dalla crisi e quante invece da queste situazioni “sganciate” dall’economia?
Sganciate relativamente, perché in realtà la malattia amplifica le difficoltà economiche. Il covid ha colpito un po’ tutti, ma le famiglie che avevano bambini malati in realtà si sono trovate ancora più in difficoltà. Come psicologa mi occupo di bambini con disturbi del neurosviluppo, molti dei quali prima [della pandemia] erano costretti a fare delle terapie private. Oggi abbiamo famiglie che devono rinunciare a queste terapie perché non ci sono i soldi; sono in attesa di essere prese in carico dal servizio pubblico ma i tempi purtroppo non sono immediati.
L’altro ambito di attività di Salvamamme è il contrasto alla violenza domestica sulle donne. Che cos’è la “Valigia di salvataggio”? Com’è composta, a chi è diretta e a che cosa serve?
È un progetto che, come tutti i progetti di Salvamamme, abbiamo messo in piedi per dare una risposta concreta alle tantissime richieste di valigie che ci venivano dalle donne. Quando si sceglie di andarsene, quando si coglie il momento giusto, non si è del tutto preparate; e chiaramente non ci può essere la valigia pronta per la partenza. La “Valigia di salvataggio” nasce con l’idea di dare dei beni di prima necessità alla donna che scappa di casa, o comunque che fa la scelta importante di allontanarsi dalla violenza. Ci sono dei beni, tutto quello che è necessario per le prime ore proprio per non farla tornare indietro, in attesa che venga preso in carico dei centri antiviolenza. La valigia è anche composta di servizi che aiuteranno la donna a non ritrattare, a non sentirsi sola, a iniziare un percorso che, come dico sempre, è la scalata di una montagna che, se si fa insieme, è sicuramente un po’ più leggera. Abbiamo l’avvocato, che può essere una guida all’inizio; e la psicologa, che chiaramente fa l’accoglienza e soprattutto il sostegno, rispetto a una decisione importante. Esserci, in quel momento, vuol dire probabilmente fare la differenza per la vita di una persona.
Spesso, come mi ha spiegato, anche se hanno il coraggio di fare questo passo, molte donne ci ripensano proprio per la difficoltà pratica di essere fuori di casa.
Per le difficoltà pratica di essere fuori di casa e per il sentirsi sole: molto spesso queste donne hanno visto “bruciare” intorno a sé tutto quello che avevano; perché di solito l’uomo tende ad isolare la donna. Si sentono loro stesse colpevoli rispetto all’atteggiamento dell’uomo. Quindi occorre sostenerle e dare loro forza. Soprattutto, la cosa più importante è non farle sentire sole, per non farle tornare indietro.
Il 5 gennaio ci sarà una festa al quartiere Flaminio.
Di solito Salvamamme organizza la festa di chiusura in concomitanza con la Befana; anche quest’anno chiaramente sceglieremo uno spazio aperto: l’Ice Park del Flaminio, grazie alla disponibilità di chi lo gestisce. Organizzeremo una giornata in cui saranno consegnati ai bambini i dolci, le calze e naturalmente i regali. Speriamo di poter alleviare un po’ questo periodo che stanno vivendo i bambini, fatto di restrizioni e allontanamenti che incidono tantissimo sul loro percorso di sviluppo.
C’è anche un progetto a lungo termine: “Mamme e mondi”.
È un progetto fatto con il contributo della Regione Lazio. Ha l’obiettivo di formare alcune donne che vivono all’interno dei tessuti [urbani] più difficili di Roma, per avere persone che sappiano essere una guida nel momento in cui intercettano una situazione di difficoltà. Non è sempre semplice chiedere aiuto, rivolgersi alle associazioni, agli enti o alle istituzioni. Non è facile dirlo e confessarlo neanche agli amici, per un miliardo di motivi. L’obiettivo di “Mamme e mondi” è riuscire a cogliere quei segnali e accompagnare poi la persona in difficoltà ai servizi che ci sono sui nostri territori.
Quindi sono delle donne formate al contatto e all’assistenza sul territorio, che vivono nei quartieri. È un progetto già attivo?
Sì, un progetto è attivo da diversi mesi. Abbiamo fatto tutto il percorso della formazione e abbiamo già gestito alcuni casi che, appunto, sono stati intercettati da queste donne. Fondamentalmente sono donne preparate a “saper cogliere”. Siamo convinti che molto spesso, per una decisione che porta ad una strada senza uscita, la differenza la fa proprio la possibilità di chi c’è intorno di rimandarti un sorriso, non farti sentire solo, e quindi poterti aiutare per una scelta migliore.
Dove arriva la rete di assistenza di contatti e di consulenza di Salvamamme?
Siamo molto radicati in tutto il territorio della Regione Lazio e abbiamo tanti riferimenti, tanti punti di appoggio, su tutto il territorio nazionale. Anche le chiamate che ci arrivano per i vari progetti sono a carattere nazionale. Stiamo sviluppando la possibilità di creare dei centri che possano portare il messaggio e le attività del Salvamamme. Quindi abbiamo tantissime collaborazioni attive, e l’obiettivo a lungo termine è riuscire a coprire tutto il territorio.