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Sviluppo sostenibile, l’unica strada per il futuro

Dal Festival dello Sviluppo sostenibile la voce di istituzioni, associazioni ed esperti spinge imprenditori e governanti sulla via dell’innovazione e della crescita economica attraverso la sostenibilità.

Il Festival dello Sviluppo Sostenibile, concluso la settimana scorsa, ha vissuto per 17 giorni di ben 221 eventi in tutto il paese, cui hanno partecipato 2300 tra speaker e relatori, decine di migliaia di partecipanti dal vivo e molti di più tramite i social media. Tra gli ultimi eventi in calendario, il forum “Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione per uno sviluppo sostenibile“, organizzato dalla Fondazione Lars Magnus Ericsson con l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, ha riunito diversi interlocutori, rappresentanti del mondo delle imprese, dell’associazionismo, della società civile, per discutere del ruolo fondamentale delle tecnologie di comunicazione nella promozione delle buone pratiche per il rispetto dell’ambiente“Il tema che abbiamo sempre voluto portare avanti è come la tecnologia sia una condizione, non sufficiente, ma necessaria, per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile” ha affermato Cesare Avenia, presidente della Fondazione Lars Magnus Ericsson.

Obiettivi che sono stati fissati a livello internazionale negli ultimi due anni: “I risultati storici che si sono avuti nel 2015 – ricorda Pierluigi Sassi, presidente di Earth Day Italia – con la definizione dei nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile nell’Agenda 2030, e l’ottenimento di uno storico accordo sul clima di Parigi, hanno segnato il tempo ed aperto una nuova era nella quale esiste una perfetta coincidenza tra obiettivi di natura etica, quindi di progresso della civiltà e dell’umanità verso la sostenibilità umana, sociale e ambientale, e lo sviluppo economico che deve, a questo punto necessariamente, coniugarsi affinché lo sfruttamento delle risorse non ci penalizzi a livello di sopravvivenza del pianeta e del genere umano.”

Dal confronto delle idee è risultato imprescindibile un concetto in particolare: la crescita, pilastro del sistema economico mondiale, e la sostenibilità ambientale e sociale, necessità non più prorogabili, non sono in contrasto l’una con l’altra, come ha chiarito Elio Catania, presidente di Confindustria Digitale“Sono fondamentalmente convinto che non ci siano un percorso di sostenibilità e un percorso di crescita economica delle imprese: le due cose coincidono. Oggi non puoi essere competitivo sui mercati internazionali e affrontare la concorrenza, se al tuo interno non hai cambiato la natura del modo di fare affari, cercando di ottimizzare le risorse, di risparmiare, formando le persone, guardando al lungo periodo. Ecco quindi che quando parliamo di sostenibilità stiamo parlando di successo economico di un’impresa, e quando parliamo di successo economico di un’impresa stiamo parlando di sostenibilità.”

La sostenibilità dunque conviene a tutti, governi compresi, come riassume Carlo Maria Medaglia, capo Segreteria Tecnica del Ministero dell’Ambiente“L’innovazione è un concetto fondamentale, così com’è fondamentale il concetto di impresa all’interno dello sviluppo sostenibile. Ciò che emerge dai sustainable development goals, dalla COP21 di Parigi e anche dal G7 di Taormina, è che l’ambiente e il clima diventano un campo dove le grandi potenze e le grandi industrie si scontrano anche per il loro sviluppo futuro.” Si fa dunque urgente un cambio di mentalità, non solo a livello imprenditoriale e sovrannazionale, ma anche individuale: “Credo che due ingredienti siano fondamentali – afferma Carlo Papa, direttore della Fondazione Centro Studi Enel – Il primo è una sfida personale per ciascuno di noi: perché non si può costruire questo magnifico puzzle di innovazione senza che la sfida venga portata in ogni percorso della nostra vita. La seconda parola importante è la convergenza: non possiamo innovare [se ci dividiamo] in mille rivoli ma, se ci uniamo insieme nelle sfide di sostenibilità che ci troviamo ad affrontare, abbiamo più potenza d’impatto. Quindi: un commitment personale ed anche un’apertura agli altri per vincere questa sfida insieme.”

Il compito di guidare alla svolta verso lo sviluppo sostenibile è comunque affidato ai governi, ai rappresentanti eletti: “Senza un salto tecnologico, senza un cambiamento di mentalità, senza un cambiamento della governance, non si porta un paese, e il mondo, verso lo sviluppo sostenibile: sul sentiero che richiede un cambiamento epocale.” Sono parole di Enrico Giovannini, ex ministro del Lavoro e oggi portavoce dell’ASVIS“La tecnologia è certamente importante ma anche il capitale umano e quello sociale. La bellezza di questo Festival per lo Sviluppo Sostenibile è che hanno risposto così tanti soggetti diversi, che guardano al problema da diversi punti di vista: si vede chiaramente che la società civile e le imprese sono più avanti, forse, dei media e della politica. Dobbiamo riuscire a far si che questi temi siano al centro della prossima campagna elettorale e delle scelte politiche perché nei prossimi cinque anni si gioca gran parte del nostro percorso di avvicinamento ai nostri obiettivi di sviluppo sostenibile.”
Un percorso che ha bisogno di una precisa regulation per non “sbagliare strada” e non fare danni a causa dell’approssimazione, come sottolinea Alberto Biancardi, commissario Autorità per l’Energia Elettrica il Gas e il Sistema Idrico“La regolazione deve aiutare i più bravi a vincere, e a far scegliere imprese e consumatori. Dietro qualche norma, legge o regola che magari si fa fatica a capire, ci possono essere spiazzamenti di interi settori e tecnologia. Questo lo dobbiamo evitare, ed è una sfida aperta: chi la vince fa bene a se stesso ma soprattutto a consumatori e imprese. È la sfida dei prossimi anni.”

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