Presentato oggi il rapporto sulle filiere del riciclo multi materiale nel nostro paese: aumentano le raccolte di carta, legno, plastica, alluminio, vetro e organico; diminuisce in controtendenza quella dell’acciaio.
A che punto è la filiera nazionale del recupero di materie prime (carta, acciaio, plastica ecc.) dai rifiuti urbani e industriali? Come ogni anno la fotografia di quest’importante meccanismo dell’economia circolare viene fornita dal rapporto “L’Italia del Riciclo 2016”, realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e da FISE Unire (Federazione Imprese di Servizi – Unione Nazionale Imprese Recupero), l’associazione che rappresenta le aziende del recupero rifiuti.
Il rapporto analizza “lo sviluppo dell’industria del riciclo, filiera per filiera, e il suo ruolo strategico nell’economia circolare”; e quest’anno lascia trasparire dati positivi in “quasi” tutte le filiere.
Nell’anno di riferimento dello studio, il 2015, in Italia più di 15 milioni di tonnellate di rifiuti di carta, vetro, plastica, legno e organico sono stati lavorati per ricavarne ben 10,6 milioni di tonnellate di materie prime seconde, tornando dunque nel ciclo produttivo. Si è trattato di rifiuti provenienti sia da raccolte urbane che da filiere speciali e industriali: un flusso in crescita rispetto al rapporto precedente in una percentuale stimata al 2%. In assoluto, gran parte dei risultati positivi sono dovuti all’efficace filiera del recupero degli imballaggi, dopo il trasporto, la distribuzione e la vendita dei prodotti: il 67% di questi rifiuti è stato avviato al riciclo nel 2015, con una crescita del 5% rispetto all’anno precedente.
Diversi, ma quasi tutti in aumento, i quantitativi dei vari materiali in cui si differenziano le raccolte. I rifiuti di carta sono per il 50% recuperati dagli imballaggi e per il 40% dalla raccolta domestica; in totale la carta è riciclata all’80% ed è il materiale che si spreca meno. Anche per la plastica la raccolta si divide equamente (50% in questo caso) tra le provenienze domestiche e recupero di imballaggi; la raccolta di plastica è quella che è cresciuta di più (+10%), seguita da quella del legno (+5%). La componente domestica prevale invece per la raccolta dei rifiuti organici: 75%. Il vetro e l’alluminio sono il terzo e il quarto materiale più riciclato: rispettivamente 71 e 70%; l’acciaio è il secondo (73,4%) ma quest’anno ha fatto registrare percentuali negative sulle quantità raccolte in assoluto (-1%) e relativamente a quanto immesso al consumo (-4%).
Tra i materiali specifici che hanno fatto registrare interessanti tassi di crescita ci sono gli pneumatici (+5%) e le apparecchiature elettriche ed elettroniche: il 41% di quanto immesso al consumo viene recuperato quando diventa rifiuto, rappresenta un quantitativo equivalente a 4 kg all’anno per ogni italiano. Una curiosità: attualmente si riesce a riciclare l’83% del peso di un veicolo rottamato; sembra un buon risultato ma l’obiettivo è il 95%.
I dati in crescita non hanno lasciato il campo a facili entusiasmi: “Il Rapporto evidenzia come l’Italia abbia compiuto notevoli progressi nel campo del riciclo”, ha dichiarato il Presidente di UNIRE Andrea Fluttero, facendo però notare che “una vera circolarità delle risorse non è stata ancora pienamente realizzata“. Fluttero, commentando i dati presentati oggi ha evidenziato i “nodi irrisolti” che vanno sciolti, principalmente a livello governativo e finanziario: “Le regole, che devono essere certe, chiare e stabili nel tempo, la semplificazione complessiva del settore, la migliore definizione del sistema consortile, che deve diventare sempre più sussidiario al mercato, il problema delle esportazioni e la necessità di sviluppare ricerca ed innovazione tecnologica. Tutti elementi indispensabili per dare ulteriore slancio al settore e senza i quali sarà difficile migliorare i risultati del nostro settore sia dal punto di vista economico che ambientale”.
La sfida dell’economia circolare non è solo fondamentale dal punto di vista ambientale, ma rappresenta una soluzione a lungo termine anche per il futuro del paese: “L’uso efficiente dell’energia e dei materiali sono ormai indispensabili fattori non solo di qualità ambientale, ma di competitività economica – ha sottolineato Edo Ronchi, ex ministro dell’ambiente e presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile – Occorre quindi produrre sempre meno scarti e meno rifiuti e riciclare il massimo possibile. Le imprese italiane hanno ormai raggiunto il livello di eccellenza in Europa con il riciclo del 72% dei rifiuti speciali, lo stesso livello di eccellenza deve essere raggiunto anche nel riciclo dei rifiuti urbani (al 43%), sulla scia positiva di quello degli imballaggi. Ciò richiederà politiche mirate per recuperare i ritardi in alcune Regioni del Sud e maggiore attenzione alle filiere industriali del riciclo per il loro ruolo strategico”.