Domani la Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato. Papa Francesco all’Angelus: “Celebriamo il Giubileo della Terra”
“Dopodomani, primo settembre, ricorre la Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato. Da questa data, fino al 4 ottobre, celebreremo con i nostri fratelli cristiani di varie Chiese e tradizioni il “Giubileo della Terra”, per ricordare l’istituzione, 50 anni fa, della Giornata della Terra.”
Così ieri Papa Francesco, durante il tradizionale Angelus domenicale, ha ricordato il 50° anniversario dell’Earth Day e ha invitato tutti a celebrare questo particolare Giubileo con iniziative particolari, ma anche, più semplicemente con il pensiero, con una maggiore attenzione a quel che la Terra ci da, con un senso di festa per le meraviglie del Creato.
Dopo le pause estive, il rallentamento dei ritmi quotidiani, nonostante la tensione continua per una pandemia che ha travolto il mondo e che si riaccende appena si tiene bassa l’attenzione, ma comunque ci si propone di festeggiare per avviare bene questo anno lavorativo, scolastico, familiare nel migliore dei modi la Giornata Nazionale per la Custodia del Creato.
Ma come? Festeggiare di questi tempi? Niente assembramenti, niente fuochi d’artificio, tutto nel rispetto delle indicazioni del governo, ma sì, festeggiamo.
È una giornata che apre il Tempo del Creato, un mese di riflessioni e attività sull’intero mese di settembre da vivere in sintonia con l’Enciclica Laudato Si’, un mese che inizia il 1° settembre e termina con il 4 ottobre, festa di San Francesco d’Assisi, patrono dell’ecologia amato da molte confessioni cristiane. Durante questo mese di celebrazione, i 2.2 miliardi di cristiani del mondo dialogano e agiscono per prendersi cura della nostra casa comune. Così, per non sentirsi soli!
In fondo il Covid ha insegnato a molti che le emergenze globali hanno bisogno di soluzioni che coinvolgono tutti, nessuno escluso e hanno bisogno di società capaci di collaborare. Allora i festeggiamenti possono diventare occasioni di impegno verso le comunità, momenti di ascolto contemplativo del grido della Terra e dei suoi abitanti, dei più fragili, momenti di dialogo e di sperimentazione di nuovi stili di vita improntati maggiormente alla sobrietà, alla partecipazione attiva e alla solidarietà.
“È tempo di ripensare tanti aspetti della nostra vita assieme, dalla coscienza di ciò che più vale e le dà significato, alla cura della stessa vita, così preziosa, alla qualità delle relazioni sociali ed economiche” si legge nel messaggio della Conferenza episcopale italiana.
Sono emerse sotto la luce agostana, tante situazioni di vuoto culturale, di mancanza di punti di riferimento e di ingiustizia. Qualsiasi siano le posizioni di ognuno, più allarmiste o più rilassate fino al negazionismo, sentiamo tutti di vivere in un contesto di incertezza e fragilità. Le reazioni allora diventano scomposte da parte di istituzioni che aprono e chiudono confini, locali, scuole ogni giorno con disposizioni differenti e difformi tra paesi confinanti, da parte di persone che vorrebbero la più alta severità nel distanziamento sociale e chi entra in confusione per una mascherina da indossare come atto di civiltà e rispetto dell’altro.
Ma tra l’onda corta delle emozioni e delle frustrazioni e l’onda lunga della lungimiranza che possiamo fare?
Di seguito alcuni esempi di iniziative per celebrare l’impegno di custodi della Terra, che tanti cristiani nel mondo hanno realizzato e realizzeranno per questo bizzarro 2020:
- comunicare la bellezza del creato;
- denunciare le contraddizioni al disegno di Dio sulla creazione;
- educare al discernimento, imparando a leggere i segni che il creato ci fa conoscere;
- dare una svolta ai nostri atteggiamenti e abitudini non conformi all’ecosistema;
- scegliere di costruire insieme una casa comune, frutto di un cuore riconciliato;
- mettere in rete le scelte locali, cioè far conoscere le buone pratiche di proposte ecosostenibili e promuovere progetti sul territorio;
- promuovere liturgie ecumeniche sulla cura del creato in particolare per il «Tempo del Creato» (1° settembre – 4 ottobre);
- elaborare una strategia educativa integrale, che abbia anche dei risvolti politici e sociali;
- operare in sinergia con tutti coloro che nella società civile si impegnano nello stesso spirito;
- le Chiese cristiane sappiano promuovere scelte radicali per la salvaguardia del creato.
Le celebrazioni sono anche occasione per riflettere sugli stili di vita e sui cambiamenti necessari ad evitare un peggioramento della situazione del creato, che ovviamente portano a riflettere sulle relazioni, consapevoli che la famiglia umana si costruisce nella diversità delle differenze. Allora potrebbe essere utile riflettere su alcune opposizioni che hanno impatto sulle relazioni: accettare/omologare; accogliere/escludere; dominare/servire. Oppure le scelte necessarie per uno stile di vita in cui prevalga il senso sul vuoto, l’unità sulla divisione, il noi sull’io, l’inclusione sull’esclusione.
Tutti questi momenti sociali, in presenza fisica o a distanza, tutte le riflessioni che nasceranno saranno i piccoli fili con cui creativamente cominciare a tessere il futuro, senza paura di cambiare ed errare, saranno tappe di un viaggio collettivo.
Buon rientro!
(Roberta Cafarotti)