La 28a Conferenza delle Parti sul cambiamento climatico prende il via a Dubai: tra polemiche circa la sede, speranze dei paesi più afflitti dalla crisi ambientale e moniti delle istituzioni scientifiche che esortano ad agire in fretta contro il riscaldamento globale.
Oggi, con la sessione inaugurale, prende il via a Dubai la 28a Conferenza sui cambiamenti climatici dell’ONU.
Ne abbiamo abbiamo parlato nella puntata odierna di Ecosistema, la rubrica di Earth Day Italia trasmessa su Radio Vaticana. In studio Tiziana Tuccillo e Giuliano Giulianini (EarthDay.it) e il conduttore Luca Collodi; in collegamento telefonico Pierluigi Sassi, presidente di Earth Day Italia. Di seguito il podcast della trasmissione.
Come annunciato durante la trasmissione, la COP28 segnerà anche il ritorno del maestro Giovanni Allevi, compositore amato in tutto il mondo e già European Ambassador di Earth Day a Cop26. Un suo brano inedito, eseguito davanti al Colosseo illuminato in occasione della scorsa Youth4Climate, sarà proiettato nel padiglione italiano gestito dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Il video sarà mostrato l’8 dicembre nella giornata dedicata alle nuove generazioni, e rappresenta un pensiero speciale rivolto ai giovani di tutto il mondo, impegnati nella lotta al cambiamento climatico. L’evento segue una serie di iniziative congiunte di Earth Day Italia e del MASE in favore dei giovani e in avvicinamento alla COP28. Un intenso programma costruito intorno alla Youth4Climate organizzata in ottobre a Roma dal MASE e dalle Nazioni Unite. Tra i momenti più significativi un ‘Hackathon Mondiale’ che ha coinvolto rappresentanze di giovani dai cinque continenti, in occasione del Festival Digitale Popolare di Torino, il cui documento conclusivo sarà presentato dal ministro Pichetto Fratin alla COP28. Poi il messaggio di pace dei giovani rilanciato dal Parco Archeologico del Colosseo, con il monumento illuminato dal logo di Youth4Climate. Ed infine la mostra evento a Palazzo Valentini delle opere del celebre street artist Moby Dick, dedicate alla tutela della biodiversità.
La COP28, sotto la Presidenza degli Emirati Arabi Uniti, impegnerà le delegazioni da oggi 30 novembre al 12 dicembre, quando gli accordi presi saranno sottoscritti in un documento finale che, di solito, è frutto di difficili trattative. La COP è l’unico consesso riconosciuto da tutte le nazioni in cui sia possibile ascoltare le voci, i popoli, le istanze, e prendere decisioni che vincolino gli stati a delle azioni concrete contro la crisi climatica. Ufficialmente sono attesi 70.000 delegati, in rappresentanza di 199 paesi. Il Presidente è Ahmed Al Jaber, ministro dell’Industria e delle tecnologie avanzate degli Emirati Arabi Uniti.
In un messaggio il segretario esecutivo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, Simon Stiell, ha dichiarato: “È fantastico che [al vertice di apertura] partecipino oltre 160 leader mondiali, ma la COP28 non può essere solo una foto-opportunity. Quando i leader lasceranno Dubai dopo il vertice di apertura, il loro messaggio ai negoziatori dovrà essere: non tornare a casa senza un accordo che farà davvero la differenza”.
La COP28 inizia con un misto di speranza e apprensione, visto che i punti di non ritorno della crisi climatica fissati dalla comunità scientifica si avvicinano minacciosamente. Gli ultimi dati scientifici ufficiali dell’ONU indicano che, entro il 2030 “le emissioni di gas serra devono essere ridotte del 43% rispetto ai livelli del 2019. Ciò è fondamentale per limitare l’aumento della temperatura a 1,5 gradi Celsius entro la fine di questo secolo ed evitare gli impatti peggiori del cambiamento climatico, tra cui siccità, ondate di caldo e precipitazioni più frequenti e gravi”.
Papa Francesco, prima di dover rinunciare al viaggio a Dubai aveva detto: “Se abbiamo fiducia nella capacità dell’essere umano di trascendere i suoi piccoli interessi e di pensare in grande, non possiamo rinunciare a sognare che la COP28 porti a un’accelerazione della transizione energetica. Questa Conferenza può essere un punto di svolta.”
Da questa conferenza si attendono diverse decisioni: definire i dettagli dello strumento “Loss&Damage”: il meccanismo internazionale di finanziamenti per aiutare le comunità vulnerabili ad affrontare gli impatti climatici immediati, che è stato deciso, ma non definito alla COP27 dello scorso anno a Sharm el-Sheikh; definire obiettivi globali in materia finanziaria per sostenere gli sforzi dei paesi in via di sviluppo nell’affrontare il cambiamento climatico; accelerare una transizione energetica che sia equa per tutti; colmare l’enorme divario tra le emissioni attuali e quelle tollerabili, fissate dagli accordi internazionali, per contenere il riscaldamento globale.
Il Programma Alimentare Mondiale dell’ONU ha diffuso un monito per ricordare le emergenze concrete: “Terremoti, inondazioni, uragani e siccità. Quest’anno è stato il più caldo mai registrato. Milioni di persone in luoghi come Somalia, Afghanistan e Haiti hanno dovuto affrontare un disastro dopo l’altro. All’inizio di #COP28, ecco tre motivi per cui abbiamo bisogno azioni climatiche immediate.”
Inoltre la COP28 sarà l’occasione per il primo “Bilancio globale”: un processo che consente ai paesi e ai portatori di interesse (economia, industria, ecc.) di verificare i progressi verso il raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi. I report dimostrano che “non siamo sulla buona strada per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C entro fine secolo. La finestra per un cambiamento significativo si sta chiudendo e il momento di agire è adesso. Il bilancio globale mostra dove i progressi sono troppo lenti, ma illustra anche la vasta gamma di strumenti e soluzioni proposti dai paesi. La COP 28 deve essere una COP del ‘si può fare’ in cui i paesi mostrano come questi strumenti saranno messi in pratica nei prossimi due anni cruciali.”
A proposito di urgenza, Antonio Guterres, segretario generale dell’ONU, una delle autorità che più spesso richiama le nazioni ad azioni concrete, ha postato una sua foto tra i ghiacci scrivendo: “È profondamente scioccante trovarsi sul ghiaccio dell’Antartide e sentire direttamente dagli scienziati quanto velocemente il ghiaccio si sta sciogliendo. La causa è chiara: l’inquinamento da combustibili fossili. I leader di #COP28 non devono lasciare che anche le speranze delle persone in tutto il mondo per un pianeta sostenibile si sciolgano.”
L’assegnazione della sede e della presidenza di questa COP agli Emirati Arabi Uniti ha suscitato diverse critiche, per il ruolo di questo paese come massimo esportatore di petrolio al mondo. Tra le tante voci contrarie ci sono anche artisti come Alessandro Gassman, pubblicamente molto impegnato per l’ambiente, che ha dichiarato: “La COP28 a Dubai è un controsenso, che dimostra per l’ennesima volta la sudditanza dei governi rispetto all’industria fossile”. Greta Thunberg, che alla pre-Cop26 di Milano due anni fa pronunciò il famoso discorso del bla bla bla, non ha ancora fatto dichiarazioni pubbliche su questa COP. Ma da due anni in evidenza sul suo profilo twitter si può leggere: “Le persone al potere non hanno bisogno di conferenze, trattati o accordi per iniziare a intraprendere una vera azione a favore del clima. Possono iniziare oggi. Quando un numero sufficiente di persone si unirà, il cambiamento arriverà e potremo ottenere quasi qualsiasi cosa. Quindi, invece di cercare la speranza, inizia a crearla.”