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Cingolani: Italia e UE manterranno le promesse dell’Accordo di Parigi

“E’ fondamentale che Stati Uniti ed Europa viaggino insieme sottolineando che questo è un problema di tutti e che non possiamo ognuno andare per conto suo, viviamo tutti nello stesso pianeta”. Il ministro Cingolani intervistato da Pierluigi Sassi nella maratona #OnePeopleOnePlanet per l’Earth Day 2021.

L’Europa produce circa il 10% di anidride carbonica globale e siamo i primi della classe perché stiamo facendo un grande sforzo per decarbonizzarci al 2050. Se però qualche grande paese decide di non aderire allo sforzo il nostro 10% lui lo può tranquillamente compensare o cancellare, quindi c’è un problema di moral suasion e di diplomazia e, per certi versi, c’è anche un rapporto di forza. E’ fondamentale che Stati Uniti ed Europa viaggino insieme sottolineando che questo è un problema di tutti e che non possiamo ognuno andare per conto suo, viviamo tutti nello stesso pianeta” – lo ha detto il Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, intervistato dal Presidente di Earth Day Italia Pierluigi Sassi, intervenendo alla maratona multimediale #onepeopleoneplanet in onda sul canale digitale Rai Play, 13 ore di diretta streaming per celebrare il 51° Anniversario della Giornata Mondiale della Terra.

Sul tema della transizione ecologica il ministro ha sottolineato: “sono convinto che adesso il senso dell’urgenza è percepito. E il sistema, anche macroeconomico ad aver percepito in ritardo questa urgenza, data la complessità e il livello di sacrificio che la transizione richiede. In questo momento siamo in una fase di accelerazione, le grandi potenze economiche hanno capito che non c’è un’economia forte senza sostenibilità ambientale. Per accettare questo concetto c’è voluto molto lavoro, e soprattutto abbiamo dovuto toccare con mano i problemi. Non partiamo tutti dalla stessa posizione, ci sono decine di paesi la cui condizione economica e sociale è abbastanza debole e chiedere a loro degli sforzi per contribuire alla transizione potrebbe essere in certi momenti veramente molto difficile perché possono non farcela, questi paesi vanno aiutati ad aiutarci”. Sul tema dei giovani il ministro spiega: “credo che noi dobbiamo avere grande fiducia in loro, perché hanno dimostrato una grande consapevolezza del problema. Dobbiamo dare loro l’opportunità di difendersi, dobbiamo mitigare il danno che abbiamo fatto, – ma avverte –  loro però devono credere fermamente nell’importanza della cultura, dello studio e della scienza, è l’unico modo per uscirne”.

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