Ivana Borsotto Presidente FOCSIV - foto di Davide Dutto
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Borsotto (FOCSIV): Clima, ambiente, povertà: responsabilità di tutti

Ivana Borsotto, presidente di FOCSIV illustra le iniziative della Piattaforma Laudato Si’ per la transizione ecologica; e sottolinea la necessità di azioni concrete a tutti i livelli: individui, comunità, associazioni e istituzioni.

A margine del convegno “L’urgenza di una transizione ecologica dal basso. Una cassetta degli attrezzi per il cambiamento”, nell’ambito del XIV Festival Francescano di Bologna (qui la registrazione dell’evento), abbiamo incontrato Ivana Borsotto, presidente di FOCSIVFederazione Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario. In questa intervista abbiamo potuto approfondire alcuni aspetti del dibattito, che ha riguardato gli impegni concreti per la lotta ai cambiamenti climatici, missione della Piattaforma Laudato Si’ e dell’intervento della presidente Borsotto (rivedilo qui), incentrato sulla necessità della cooperazione internazionale,, soprattutto presso i paesi in via di sviluppo.

Al tema è stata anche dedicata la scorsa puntata di “Ecosistema”, la rubrica settimanale di Earth Day Italia trasmessa da Radio Vaticana Italia.

Presidente, in quali paesi è più urgente e difficile applicare una transizione ecologica dal basso?

La federazione FOCSIV raggruppa 87 organismi italiani di ispirazione cristiana, che lavorano in 80 paesi del mondo. In tutti questi paesi, i temi della transizione ecologica e del cambiamento climatico sono molto forti. Sicuramente il continente che soffre di più è l’Africa, perché la mancanza d’acqua e l’avanzata della desertificazione sono molto forti e purtroppo incidono sulle fasce più deboli della società. Sono quindi i poveri quelli che pagano di più. Però, pensando all’America Latina e all’Amazzonia, che viene deforestata per dare spazio ai pascoli per gli allevamenti degli animali da carne, [comprendiamo] che tutto è profondamente connesso. Quindi sì: ci sono realtà che vengono colpite più forte; ma le Marche le abbiamo qui (il riferimento è all’alluvione della metà di settembre che ha provocato 12 vittime nelle province di Ancona e Pasaro – Urbino, nda.) e il cambiamento climatico da questo punto di vista non guarda in faccia a nessuno: lo stiamo pagando tutti.

In questo convegno si è parlato anche di impegni concreti; la piattaforma Laudato Si’ serve a questo e voi ne siete partner. Quali sono gli strumenti e le opportunità che offre questa piattaforma? Ci sono esempi concreti già realizzati?

Un esempio concreto, su cui siamo molto impegnati, è la “Guida all’Ecologia Integrale”, fatta con la Fondazione Lanza e la Caritas nell’ambito della Piattaforma Laudato Si’, che ha l’obiettivo di raccogliere le buone pratiche di contrasto al cambiamento climatico, o di conversione degli stili di vita, che noi e le nostre comunità possiamo assumere. Siamo impegnati in progetti di riforestazione, di utilizzo razionale dell’acqua, di rendere sostenibile l’agricoltura che è la garanzia della sovranità e della sicurezza alimentare. In Italia siamo impegnati molto concretamente nell’educazione alla cittadinanza globale e al tema del cambiamento climatico: ciascuno di noi ha la responsabilità di fare qualcosa per contrastare il cambiamento climatico. È molto importante dare questo segnale. È vero: è un problema globale e ha bisogno di soluzioni globali; ma non per questo dobbiamo rimanere paralizzati e impotenti, perché ciascuno di noi può fare scelte: nella sua dieta alimentare; nel modo di vestire; e nel contrastare questo bisogno consumistico di cui non si è neanche più consapevoli. Questo è molto importante: c’è una responsabilità individuale; c’è una responsabilità per l’organizzazione; e c’è una responsabilità politica.

Nel suo intervento durante il convegno ha ricordato la “Campagna 070”. Un numero molto piccolo, un impegno lontano nel tempo che sembrava facile, ma è diventato, sembra, impossibile.

FOCSIV ha proposto alle tre grandi reti nazionali che rappresentano il mondo della cooperazione (AOI, CINI e Link2007) di unire le forze per far sentire un impegno che il nostro paese si è assunto nel 1970: più di cinquant’anni fa. Già allora si era capito che siamo in un mondo sempre più piccolo, in cui i problemi di ciascuno diventano problemi di tutti. Si era preso l’impegno di destinare allo 0,70% del PIL alla cooperazione e alla solidarietà internazionale. Siamo allo 0,28%. Il traguardo è raggiungere lo 0,70% nel 2030. Perciò chiediamo al Governo un provvedimento legislativo che garantisca un calendario graduale, ma vincolante, per arrivare pronti al 2030. Questa campagna ha il patrocinio di Caritas, di Missio, di Asvis, del Forum Nazionale del Terzo Settore. Il nostro obiettivo è coinvolgere i territori: vogliamo raccontare nei mercati, nelle piazze, nei consigli comunali, la bontà della cooperazione internazionale, che è parte integrante e qualificante della politica estera. La campagna avrà un risultato tanto migliore quanto più riuscirà ad essere compresa e fatta propria dai cittadini. Vogliamo discutere con tutti: anche con quelli che pensano che la cooperazione internazionale sia un lusso che non ci possiamo permettere. Questa è la sfida: un’operazione culturale e politica allo stesso tempo.

A questo proposito, durante il convegno si è detto che le grandi rivoluzioni avvengono dal basso. Sono state citate la rivoluzione francese, quella cinese, ed anche l’opera di Gandhi. FOCSIV parla sia con la base, sia con il livello istituzionale: secondo la vostra esperienza è più facile che la transizione ecologica ci arrivi dall’alto o che si autogeneri dal basso?

Per noi è naturale vedere il mondo dal basso, dal più sperduto villaggio nelle periferie più povere, dal punto di vista di chi non ha mezzi, di chi è povero. Crediamo sia un dovere avere [questa prospettiva] per noi che siamo Chiesa. Direi che siamo in una logica riformista: bisogna fare un passo alla volta, un giorno per volta. Però servono i due livelli: c’è un “basso” perché c’è un “alto”. L’alto per noi è la politica, verso la quale dobbiamo dichiarare la nostra fiducia, ma essere anche molto esigenti nel richiedere il rispetto delle promesse fatte. La democrazia si sta indebolendo perché non riesce più a rispondere alle esigenze e alle promesse di dignità che ha fatto; e noi, da questo punto di vista, dobbiamo rafforzare le nostre istituzioni. La postura della “Campagna 070” è questa: nasce da un autentico, profondo atto di fiducia nei confronti delle forze politiche e delle istituzioni; perciò chiediamo loro di “curare” questa fiducia, di non tradirla, perché ci crediamo e vogliamo anche fare la nostra parte.

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