Economia

Dal compost: fertilizzante, energia elettrica e carburante

Il Consorzio Italiano Compostatori festeggia 30 anni. Dai 359 impianti italiani di compostaggio, nel 2020 oltre 2 milioni di tonnellate di compost per le colture e 370 milioni di metri cubi di biogas destinati alla produzione di energia elettrica e biocarburanti per i trasporti.

Il compost è un fertilizzante naturale ottenibile dalla decomposizione di rifiuti organici. Negli ultimi anni la sua importanza sta assumendo sempre più rilievo per gli svariati utilizzi che se ne possono fare, sia in agricoltura, sia nel campo dei biocombustibili.

Il Consorzio Italiano Compostatori (CIC) se ne occupa da anni e nel 2022 ricorre il trentesimo anniversario dell’organizzazione. L’organico in Italia rappresenta il 40% della raccolta dei rifiuti urbani. La quantità dei rifiuti organici intercettati dalla raccolta differenziata è aumentato nell’ultimo decennio, con una crescita media del 7% all’anno.

Negli impianti industriali di compostaggio, viene accelerato un processo che comunque si svolgerebbe naturalmente. Il compost è il coronamento perfetto dell’economia circolare, in quanto le sostanze naturali ritornano alla terra per concimarla di nuovo; ma soprattutto è una risorsa il cui utilizzo si fa sempre più diffuso e più importante.

Nel 2020 sono state ricavate circa 2,18 milioni di tonnellate di compost e 370 milioni di metri cubi di biogas. Questi ultimi sono stati a loro volta valorizzati mediante la produzione di circa 437,5 MWh di energia elettrica, 128,7 MWh di energia termica, e 93 milioni di metri cubi di biometano destinato all’autotrazione (per alimentare i veicoli a motore). I biogas sono una miscela di gas ottenuta dalla fermentazione batterica di residui organici; mentre il biometano è ottenuto dalla raffinazione del biogas e costituisce un carburante avanzato che ha qualità simili a quelle del gas naturale.

La produzione di biometano diventa sempre più importante: l’aumento di produzione di questo carburante consente all’Italia di diminuire la propria dipendenza energetica dall’estero, messa di recente in evidenza dalla guerra in Ucraina. Grazie all’impiego di 50 impianti di produzione di biometano proveniente dalla raccolta differenziata, in alcuni anni si potrebbe arrivare a generare circa 2-3 miliardi di metri cubi di biometano.

Al momento in Italia sono presenti 359 impianti per il compostaggio, la cui capacità per il trattamento di umido e “verde” è di 9.300.000 tonnellate annue di rifiuti. La quantità che teoricamente gli impianti potrebbero contenere è maggiore dei rifiuti raccolti, che corrispondono a 9.077.000 tonnellate all’anno. “Nel nostro Paese, la filiera del recupero dei rifiuti organici ha raggiunto il sostanziale equilibrio tra la richiesta di conferimento dei produttori di rifiuto organico e la capacità di trattamento degli impianti”, afferma Massimo Centemero, direttore del CIC. Il Consorzio è un’organizzazione in espansione e al 2022 conta più di 130 consorziati, riunendo sia settore pubblico che privato, con studi tecnici, laboratori, enti di ricerca, produttori di macchine e attrezzature, e altre aziende interessate alle attività di compostaggio e di gestione dei rifiuti organici. I consorziati rappresentano la quasi totalità degli impianti industriali di compostaggio sul territorio, coprendo circa i 2/3 della produzione nazionale di compost.

Articoli collegati

Auto elettriche: utopia del futuro o soluzione per il presente?

Tiziana Tuccillo Giuliano Giulianini

Il futuro dei parchi nel connubio con l’agricoltura?

Giuliano Giulianini

Impatta4Equity: progetti sostenibili ispirati alla Laudato Si’

Redazione