Da Bruxelles arriva la modifica al rialzo degli obiettivi di produzione di energia da rinnovabili entro il 2030: da 27% a 32%. ANEV plaude al nuovo Governo per il ruolo svolto in Europa.
Lungi dall’essere uno dei tanti temi che riempiono il calendario con un hashtag, la Giornata Mondiale del Vento del 15 giugno è dedicata a una delle più promettenti fonti di energia rinnovabile per il nostro futuro.
In Italia la celebrazione della ricorrenza è organizzata da ANEV, l’Associazione Nazionale Energia del Vento, che mette insieme aziende del settore eolico, produttori e trader di energia elettrica, tecnici, impiantisti, progettisti e sviluppatori. Una buona rappresentanza di questo mondo si è è riunita per l’assemblea generale seguita dal convegno “Energia eolica: gli strumenti per lo sviluppo industriale del settore e il raggiungimento degli obiettivi al 2030”, organizzato anche per ribadire che il settore, e il paese, sono tecnologicamente pronti a rendere l’eolico “protagonista nel settore energia”.
La buona notizia però era arrivata in settimana da Bruxelles: le istituzioni europee, Consiglio, Parlamento e Commissione hanno raggiunto l’accordo per la Direttiva Rinnovabili RED II, ritoccando l’obiettivo di produzione di energia da fonti rinnovabili entro il 2030, aumentandolo dal 27% (come stabilito nel 2014) al 32% del totale.
Coordinamento Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica (FREE) e ANEV che ne fa parte insieme ad altre associazioni, hanno salutato con soddisfazione questo passo dell’UE verso la sostenibilità, attribuendone gran parte del merito all’Italia. Pochi giorni fa infatti, le associazioni si erano assicurate l’appoggio del ministro per lo Sviluppo Economico Di Maio, per perorare in sede europea la causa del 35%, l’obiettivo dichiarato del nostro paese. L’UE si è fermata al 32%, fissando anche al 14% la quota minima di energia da rinnovabili per il settore dei trasporti. Positivo, per le associazioni, anche il provvedimento della Direttiva che esclude dall’applicazione degli oneri di rete per gli impianti fino a 25 kW in autoconsumo: un incentivo ai piccoli impianti che sono la chiave per quel modello di “generazione diffusa” di energia pulita. L’altro lato della medaglia è il mancato accordo per ritoccare al rialzo anche la quota dell’efficienza energetica, altro pilastro della sostenibilità, per il risparmio di energia e il taglio degli sprechi che porta in dote.
I commenti degli addetti ai lvori sono comunque positivi: “L’eolico è la fonte che più di ogni altra potrà giovare dell’introduzione delle nuove regole – ha commentato Andrea Marchisio analista economico di Elemens, società di consulenza del settore – Lo sviluppo di questo nuovo segmento di mercato, se accompagnato da una velocizzazione delle procedure di autorizzazione degli interventi, potrà generare fino a 2 miliardi di investimenti aggiuntivi già nel breve periodo a fronte di un costo per il sistema del tutto marginale”. Sulla stessa linea Simone Togni, presidente dell’ANEV, che a chiusura dei lavori del convegno ha sottolineato il compito che aspetta il Governo e il paese nei prossimi mesi: “L’Italia ha un’opportunità unica […] e la dobbiamo sfruttare. Il settore si aspetta oggi quello che nei dieci anni scorsi non si è avuto, a partire dalla stabilità regolatoria, da una visione di medio e lungo termine per gli investimenti, a una semplificazione reale per le tecnologie rinnovabili. È una presa di posizione seria e fattiva nei confronti del settore eolico quella che ci aspettiamo dal neoeletto Governo, che dice di voler mutare i paradigmi del passato e di dare all’Italia un futuro a emissioni ridotte”.