Educazione

FAO: nel mondo 821 milioni di affamati

Presentato il rapporto 2018: cambiamenti climatici e guerre riportano il mondo indietro di dieci anni

Presentata oggi la nuova edizione del rapporto “Lo Stato della sicurezza alimentare e nutrizionale nel mondo”, curato da FAO (Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura), in collaborazione con World Food Programme (Programma alimentare mondiale), UNICEF (Fondo per l’infanzia), OMS (Organizzazione mondiale della sanità) e IFAD (Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo).

I principali risultati non sono confortanti: salgono infatti a 821 milioni le persone “denutrite” del pianeta; il 10,9% della popolazione mondiale, una persona su nove, soffre la fame.

Altro che fame zero entro il 2030, obiettivo che il mondo si è dato sottoscrivendo gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, il report presentato oggi ci riporta in termini assoluti a quasi 10 anni fa, al 2010 per la precisione.

 

Il dato va a confermare l’allarme che la FAO aveva lanciato già con il rapporto dello scorso anno che aveva fatto registrare un preoccupante + 38 milioni di affamati rispetto all’anno precedente.

Dopo diversi anni di lenta, ma costante decrescita del numero denutriti, dunque, l’indicatore della fame nel mondo torna a crescere, in una preoccupante inversione di tendenza che le agenzie Onu attribuiscono in particolare non solo alle guerre, ma soprattutto ai cambiamenti climatici.

Il riscaldamento globale sta impattando in maniera considerevole su molte aree del pianeta, colpendo in particolare alcune delle aree più povere del mondo (africa subsahariana, sud est asiatico), fortemente dipendenti dall’agricoltura; il cambiamento del clima ha inoltre portato ad un drammatico aumento degli eventi metereologici estremi (alluvioni, siccità, cicloni), più che raddoppiati rispetto a primi anni ’90.

I più colpiti sono come spesso accade i più deboli, non solo tra i paesi, ma anche all’interno dei paesi, in questo caso i bambini.

50 milioni di bambini sotto i 5 anni risultano denutriti, mentre 151 milioni, pari al 22% nel mondo, risultano affetti da qualche forma di arresto della crescita a causa di una dieta povera di nutrienti.

Dall’altra parte del mondo c’è invece chi di cibo ne mangia troppo o in maniera poco equilibrata, anche in questo caso con inevitabili ripercussioni sulla salute: sono 672 milioni gli obesi del globo e 38 milioni i bambini in sovrappeso (erano 41 lo scorso anno) a testimonianza di un modo a doppia velocità in cui la forbice della disuguaglianza, anche nell’accesso alle risorse alimentari, non accenna a ridursi.

 

Fame, salute a rischio, disuguaglianza, tre questioni delicate su cui il mondo si è dato degli obiettivi precisi e una deadline (2030) per raggiungerli. Deadline impossibile da rispettare, almeno per quel che riguarda la fame, a meno di un impegno concreto  e diffuso sul fronte climatico.

 

Scarica il report

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