Società

FOCSIV: Incontro e azione. Dal Sinodo per l’Amazzonia l’impegno per un cambiamento a favore degli indigeni.

L’esperienza degli incontri tra i rappresentanti dei popoli amazzonici e la società civile italiana, nel racconto di FOCSIV, tra gli organizzatori degli eventi di “Amazzonia Casa Comune”.

A chiusura del Sinodo dei Vescovi sull’Amazzonia abbiamo voluto fare un bilancio degli incontri e dei momenti di riflessione che hanno fatto da corollario all’evento. Molte delle occasioni pubbliche di confronto sui temi sociali, politici, economici e ambientali, sono state organizzate dalla Federazione degli Organismi Cristiani – Servizio Internazionale Volontario. Per riassumerne gli esiti e i momenti salienti, “Ecosistema” il programma di Earth Day Italia trasmesso da Radio Vaticana, ha intervistato Francesca Novella, rappresentante di FOCSIV.

Qual è stato l’impegno di FOCSIV durante il sinodo?

Insieme a molte altre organizzazioni della società civile FOCSIV ha partecipato all’interno di “Amazzonia Casa Comune”, ovvero l’organizzazione di una serie di iniziative a margine per portare il Sinodo extra-muros, cioè al di fuori: cercare di sensibilizzare, discutere, condividerne i temi con tutti coloro che non sono “nel” Sinodo, che però si avvicinano ai temi di cui si è discusso molto e che ci riguardano direttamente. Ovvero: l’ecologia integrale, il futuro del nostro pianeta, uno sviluppo più sostenibile. Questi incontri hanno avuto quindi l’obiettivo di coinvolgere il più possibile le persone e i cittadini di diverso tipo. Ci sono stati incontri di approfondimento e dibattito, proiezione di documentari, mostre cinematografiche, incontri con gli studenti. In questo FOCSIV ha fatto la sua parte, cercando di mobilitare il più possibile le proprie reti e inserirsi attivamente in queste iniziative.
La partecipazione di FOCSIV alle iniziative collegate al Sinodo è inserita nel più ampio impegno della Federazione sui temi dello sviluppo sostenibile. Impegno che si concretizza anche nella partecipazione a progetti europei sui temi dello sviluppo sostenibile come quello attualmente in corso: “Make Europe sustainable for all”, finanziato dall’Unione Europea, nel quale diciotto paesi dell’UE lavorano insieme per costruire un’Europa e un mondo più sostenibili per tutti.

Com’è andata? Il pubblico ha risposto? Era anche un’occasione interessante, per una città come Roma, per entrare in contatto con questi temi che non sono all’ordine del giorno.

Effettivamente siamo stati tutti piacevolmente stupiti e sorpresi dal numero di persone che ha partecipato ai diversi incontri. Segno evidente che, non soltanto dell’ambiente, ma lo sviluppo sostenibile, come siamo tutti coinvolti e chiamati a fare la nostra parte, siano dei temi fortemente sentiti dalla maggior parte delle persone; forse molto più di quanto si immagini. Dunque la cartina di tornasole è stata esattamente questo: una grandissima partecipazione dei profili più diversi di persone. Quindi non soltanto coloro che vediamo abitualmente in questi incontri: le persone già informate, attive e impegnate; ma anche chi per la prima volta si avvicina a questi temi e capisce che effettivamente c’è qualcosa che li riguarda direttamente, per cui possiamo tutti fare qualcosa agendo insieme.

Possiamo raccontare qualche momento particolare per chi non c’è stato? Incontri o interlocutori particolari, o momenti emozionanti per il pubblico.

Indubbiamente l’esperienza che più mi porterò dietro è l’aver avuto l’opportunità di incontrare i leader indigeni e parlare direttamente con loro. Il Sinodo ha visto la partecipazione di una delegazione indigena all’interno dei lavori e, ovviamente, i rappresentanti dei popoli amazzonici hanno poi partecipato a tutti gli incontri a latere. Dunque abbiamo potuto confrontarci direttamente con loro, ascoltare le loro testimonianze davvero toccanti; perché si sente la forza, il coraggio di queste persone che difendono la propria terra difendendo in realtà la vita di tutti. Siamo abituati a vedere tutto questo come qualcosa di estremamente distante, e invece no: è qui, ed è qualcosa che ci riguarda veramente in prima persona. Dunque [rimane] il rapporto diretto con loro: il poterli ascoltare, perché il nostro approccio, e il timbro che è stato dato al Sinodo, è stato veramente quello dell’ascolto. Ascoltare i popoli amazzonici è in realtà ascoltare il grido della terra e delle persone che vivono la terra, e che subiscono la depredazione delle risorse della loro madre terra. Questo è stato l’elemento sicuramente più toccante, per tutti: nel senso che nelle discussioni e nei dialoghi dopo gli incontri, tutte le persone che hanno avuto questa opportunità si sono dette estremamente emozionate da questi confronti e dibattiti.

Per FOCSIV è stata anche un’occasione per interrogarsi su cosa si può fare attivamente. Finora abbiamo parlato soltanto del racconto, dell’ascolto delle voci della terra. Però c’è anche la volontà di intervenire: di fare qualcosa per venire incontro alle esigenze dei popoli indigeni. Che cosa si è deciso? Quale sarà l’attività di FOCSIV nei prossimi mesi ed anni?

L’ascolto è stato il punto di partenza imprescindibile. Accanto a questo FOCSIV, insieme alle proprie reti e ai partner, in primis CIDSE, ha confermato il proprio impegno e ha cercato di coinvolgere le persone motivandole nell’azione. Fare proprio il messaggio della Laudato Si’ è un’occasione di riflessione e di azione. Quindi: riflettere e agire. Si riflette partendo dall’ascolto delle testimonianze dei popoli indigeni, delle loro richieste, e da qui si passa all’agire: all’impegno diretto, all’azione concreta, al mettersi in gioco; a farsi testimoni del messaggio dalla Laudato Si’, e quindi dell’impegno verso la realizzazione dell’ecologia integrale. Questo vuol dire che FOCSIV, come federazione, da un lato conferma il proprio impegno con interventi a fianco delle popolazioni amazzoniche, così come di altre popolazioni indigene locali, per tutelarle e supportarle nella propria ricerca di uno sviluppo sostenibile, autonomo e autosufficiente; dall’altro lato fa un lavoro di policy e advocacy per chiedere e pretendere delle politiche internazionali coerenti e coraggiose in direzione di uno sviluppo umano integrale.
Ciò che si chiede è un profondo cambiamento, una profonda rivoluzione nelle politiche internazionali; nella produzione e nel consumo dell’energia; nei commerci; ed anche una regolamentazione vincolante per le imprese in termini di diritti umani. Perciò FOCSIV sostiene il percorso intrapreso dalle Nazioni Unite a Ginevra per il trattato vincolante su imprese e diritti umani: quindi pretendere, in qualche modo, che ci siano normative vincolanti che vadano nella direzione della tutela dei diritti umani e di uno sviluppo umano integrale.
Tra le iniziative organizzate in “Amazzonia Casa Comune”, e quindi coerentemente con il lavoro di advocacy e di policy, abbiamo organizzato l’audizione di una delegazione di leader indigeni presso il Comitato Permanente dei Diritti Umani alla Camera. È stato un momento particolarmente importante, perché abbiamo portato all’interno del Parlamento i temi forti dell’Amazzonia, e anche le richieste di impegno per l’Italia di appoggiare le politiche a sostegno delle popolazioni indigene. Ad esempio, uno degli argomenti sul tavolo è proprio il Binding Treaty [in discussione] a Ginevra. Si chiede che l’Italia assuma una posizione di forte appoggio all’adozione di questo trattato. È un’importante richiesta ai nostri decisori politici di assumere e adottare delle politiche coerenti con lo sviluppo sostenibile, con la tutela ambientale e dei diritti umani. Parallelamente c’è anche l’attivazione di un fortissimo coinvolgimento della società civile in termini di condivisione, non soltanto di responsabilità ma anche d’impegno. [Occorre] capire che si parla del nostro futuro e quindi ciascuno di noi, nel proprio piccolo, può fare la differenza: può fare qualcosa di importante. Ciascuno di noi ha davvero in mano la possibilità di cambiare il futuro in tanti modi. Prima di tutto adottando stili di vita sostenibili: cercando di consumare meno energia, e ovviamente penso alla mobilità sostenibile. Quindi come cittadini: [cambiare] stili di vita. Dall’altro, come consumatori: scegliere prodotti a km zero; ridurre al massimo l’utilizzo delle plastiche; fare una buona raccolta differenziata; ridurre il proprio impatto in termini di emissioni di gas serra, e quindi la propria impronta di carbonio.
Inoltre c’è la sfera dell’individuo cittadino-elettore: dunque [occorre] anche sostenere quelle forze politiche che si impegnano sul tema dello sviluppo sostenibile e dell’ecologia integrale, che quindi possano pretendere delle prese di posizioni chiare e coraggiose in questa direzione a livello europeo ed internazionale. Sono dunque moltissimi gli ambiti nei quali le persone, individualmente ma soprattutto collettivamente, si possono impegnare. Un altro elemento di questo Sinodo che porto con me è quello della collettività, della comunità e della condivisione. C’è stato un fortissimo afflato proprio da questo punto di vista: dell’importanza di essere comunità, di condividere queste scelte. Anche qui torna veramente la parola della Laudato Si’: non c’è, non ci può essere, una conversione ecologica duratura se non è una conversione comunitaria. Sentirsi comunità ci fa sentire più forti e ci restituisce un senso di appartenenza e di sensibilità che l’attuale modello di società ha contribuito a far perdere: la lacerazione del tessuto sociale che viviamo oggi è anche conseguenza di un modello di sviluppo, di economia, di finanza e di politica che abbiamo costruito, e che deve cambiare rotta.

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