A cinquant’anni di distanza dalla pubblicazione del rapporto “I limiti della crescita” che preannunciò al mondo un futuro insostenibile, il Club di Roma pubblica “Una Terra per tutti – Il più autorevole progetto internazionale sul nostro futuro.”
Da alcuni mesi è in libreria “Una Terra per tutti” una pubblicazione sui problemi del nostro pianeta e le possibili soluzioni edita da una delle più autorevoli voci internazionali: il Club di Roma.
E’ un libro scritto da economisti, analisti e ricercatori di alto livello, che ha l’ambizione di “parlare del futuro del genere umano”. Un futuro a breve termine perché le analisi delle conseguenze del nostro attuale sviluppo riguardano quello che vedremo, o che vedranno i nostri figli, nel breve volgere del prossimo secolo. Non è però un catalogo di catastrofi: ci dice che abbiamo compreso i problemi dello sviluppo e dello sfruttamento delle risorse, e abbiamo tutti i mezzi per correggere la rotta. La tecnologia, la cooperazione internazionale, anche la stessa globalizzazione ci permettono di diminuire le disuguaglianze, inquinare meno, interrompere il consumo smodato delle risorse naturali, portare a tutti gli esseri umani i diritti e i servizi di base.
Questo testo è un monito: ci dice che essenzialmente abbiamo due scenari di fronte a noi. Una è lo scenario “troppo poco e troppo tardi”, in cui decidiamo di non fare abbastanza, continuare come finora senza preoccuparci troppo del futuro. L’altro è lo scenario “balzo da gigante”, in cui trasformiamo le nostre società con un “impegno straordinario” che le renda più resilienti alle crisi economiche, sociali e ambientali. Il primo scenario, secondo gli autori, porterà a nuove tensioni sociali verso la metà di questo secolo. L’aumento del riscaldamento globale superiore al limite di guardia segnato dall’Accordo di Parigi causerà sempre più ondate di calore, eventi estremi, siccità, innalzamento degli oceani, perdite di raccolti, inondazioni e di conseguenza nuove povertà, migrazioni, conflitti.
Per dare il via al secondo scenario invece, quello che ci porta alla giustizia, alla stabilità, all’eguaglianza e all’equilibrio con la natura, il libro indica cinque strade da prendere subito; cinque problemi da affrontare prima degli altri: porre fine alla povertà (il primo obiettivo dell’Agenda 2030) , affrontare le diseguaglianze tra ricchi e poveri (obiettivo 10), sostenere l’emancipazione femminile (obiettivo 5), rendere sano il sistema alimentare (obiettivi 2 e 12), passare all’energia pulita (obiettivo 7).
Di seguito la versione integrale dell’intervista a Gianfranco Bologna naturalista, scrittore, presidente onorario della Comunità Scientifica del WWF Italia e membro italiano del Club di Roma. Parte di questa intervista è stata trasmessa in Ecosistema, la rubrica di Earth Day Italia trasmessa ogni settimana da Radio Vaticana Italia. Qui i podcast della trasmissione radio.