Il Presidente di Earth Day Italia intervista il diplomatico Grammenos Mastrojeni sulle pagine dell’Osservatore Romano
Mentre la Cop27 affronta le annose questioni «delle perdite e dei danni» che contrappongono interessi apparentemente inconciliabili, a Sharm el-Sheikh prende vita il Padiglione Mediterraneo. Ne abbiamo parlato con il diplomatico Grammenos Mastrojeni, direttore del progetto.
Perché il Mediterraneo alla Cop?
[…] L’area del Mediterraneo si scalda ad una velocità superiore del 20 per cento alla media globale e il suo mare è quello che si surriscalda di più. Questo crea conseguenze inquietanti. Due dati su tutti: entro 15 anni 250 milioni di persone vivranno in scarsità d’acqua e il mare si innalzerà di 20 cm. Questo non significa “solo” che è a rischio la laguna di Venezia, ma anche che l’acqua salata sterilizzerà larga parte dell’agricoltura costiera che rappresenta il 40 per cento di quella mediterranea. In Italia abbiamo conosciuto il fenomeno del Po, ma la stessa cosa sta avvenendo nel delta del Nilo. La sussistenza alimentare è seriamente a rischio. […]
Immaginiamo cosa significhi avere 250 milioni di persone in stress idrico con un accordo di Schengen già compromesso dall’arrivo di 1milione di siriani e di 300.000 migranti africani! Sono in gioco gli interessi di tre continenti: Europa, Asia e Africa. […]
Di fronte a simili minacce i mancati accordi alle Cop sembrano una sentenza?
Ma cosa possono fare i governi oltre a produrre accordi di carta? A fare la differenza sono sempre le persone. Il nostro secondo messaggio è di speranza: possiamo farcela. Il Mediterraneo è il mare delle differenze. Ma davanti ad una crisi così violenta stiamo scoprendo che queste differenze sono la nostra ricchezza. […]