Itacà - Festival del Turismo Responsabile 2020
Economia Ecosistema Interviste

Il turismo (sostenibile) dopo la pandemia

Sostenibilità e responsabilità sono le parole d’ordine per un cambio di rotta del settore turistico che cerca il rilancio dopo il blocco totale dovuto al Covid19. Dal Festival del Turismo Responsabile, in corso in 16 regioni italiane, le regole e le tendenze per rispettare le comunità e la natura delle mete di vacanza.

Dal primo luglio è entrato in vigore il Green Pass Europeo che si prevede darà impulso alla ripresa del settore turistico; dopo un 2020 che passerà alla storia anche per le città d’arte deserte, voli e crociere rimasti a terra, musei e siti chiusi, eventi sportivi e altre manifestazioni culturali annullati in tutto il mondo. Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che destina i fondi europei ai diversi settori economici italiani per il rilancio post Covid, ci sono 2,4 miliardi riservati al settore turistico. Il ministro del Turismo Garavaglia, di recente ha dichiarato che 1,8 miliardi saranno riservati alla riqualificazione delle infrastrutture turistiche, “anche dal punto di vista della sostenibilità ambientale”.
La stagione turistica in effetti è iniziata, sebbene con le cautele e le modalità imposte da un’emergenza sanitaria ancora ben presente. Per dare un’idea della situazione, lo scorso anno il settore turistico italiano ha perso 27 miliardi a causa dell’assenza totale di turisti stranieri. Quest’anno le frontiere sono aperte ma, secondo le previsioni della Borsa Internazionale del Turismo, gran parte delle persone sceglierà di fare le vacanze nel proprio paese. Ad esempio un quarto dei vacanzieri del Regno Unito e quasi un terzo degli statunitensi hanno dichiarato che trascorreranno le ferie non lontano da casa. In Italia il 37% delle persone ha scelto delle mete entro i 90 minuti di viaggio dalla propria residenza.

Itacà – Festival del Turismo Responsabile 2020

Questo non è necessariamente un male, perché il calo dei turisti stranieri può essere compensato dal turismo nazionale interno e di prossimità: quello delle persone che passano le vacanze nella loro stessa regione, sui litorali, nelle campagne o sui monti più vicini a casa. È uno dei capisaldi del turismo sostenibile: riscoprire i luoghi e le tradizioni delle comunità più vicine a noi. Diminuirebbe così l’impatto ambientale dei trasporti a lungo raggio; si fanno viaggiare meno le auto; si valorizzano le economie locali, le filiere alimentari a km zero, e si da impulso ad attività ecologiche come i cammini, l’escursionismo, il cicloturismo.

Tutto ciò rientra nella definizione di turismo “sostenibile”, ma nel discorso può rientrare anche il turismo “responsabile”. In realtà sostenibilità e responsabilità sono due facce della stessa medaglia. Il concetto di base è evitare che il turismo di massa snaturi la meta del viaggio: sia essa una grande città d’arte, un parco naturale o un villaggio tipico di un paese in via di sviluppo. La sostenibilità si concentra sugli aspetti ambientali: la conservazione delle specie animali e vegetali, l’inquinamento da plastica e rifiuti, lo stress sulle risorse idriche, alimentari ed energetiche: tutti effetti collaterali dell’arrivo di grandi masse di turisti in un luogo circoscritto.
La responsabilità invece è quella richiesta al viaggiatore per rispettare e tutelare le comunità locali. In queste settimane, e per tutta l’estate, è in corso IT.A.CA’ il Festival del Turismo Responsabile, che promuove il vademecum “Viaggiare responsabile. Tra le indicazioni più particolari per educare i viaggiatori c’è il consiglio ad assaggiare la cucina del luogo e a parlarne con i ristoratori locali; o quello di non sprecare l’acqua e l’energia elettrica negli alberghi solo perché non dobbiamo pagarne le bollette. Tra le regole più sorprendenti, che vanno contro a veri e propri cliché del turista, per come lo abbiamo sempre percepito, c’è ad esempio il monito a non distribuire doni e denaro alle singole persone, soprattutto ai bambini; ed evitare di fotografare persone e situazioni particolari (ad esempio la povertà) senza permesso. Sono comportamenti che possono apparirci innocui e anche dettati da buone intenzioni, ma in realtà contribuiscono a minare le condizioni di vita, le dinamiche di crescita e le prospettive delle comunità che visitiamo.

Il Festival del Turismo Sostenibile è in pieno svolgimento e continuerà fino a settembre. In programma ci sono 25 tappe in 16 regioni, dal nord al sud. Di seguito riportiamo la versione integrale dell’intervista a Sonia Bregoli, co-fondatrice del Festival, trasmessa in “Ecosistema”, la rubrica radiofonica di Earth Day Italia, in onda ogni giovedì nel programma “Il Mondo alla Radio” di Radio Vaticana Italia.

Articoli collegati

E-Car? Si può fare!

Tiziana Tuccillo

Auto elettriche: utopia del futuro o soluzione per il presente?

Tiziana Tuccillo Giuliano Giulianini

Previdenza complementare: investire in Italia per il futuro dei giovani

Giovanni Pierozzi