Pierpaolo Italia, Ispettore Generale del MEF illustra le linee di sostegno della finanza pubblica all’innovazione e alla sostenibilità di imprese ed amministrazioni locali.
Il 5 luglio scorso la Casa del Cinema di Roma ha ospitato un convegno organizzato da Next4 sul tema “Innovazione e sviluppo sostenibile. L’ecosistema italiano tra sfide e opportunità”. Tra i relatori anche Pierpaolo Italia, Ispettore Generale della Ragioneria dello Stato – Ministero dell’Economia e delle Finanze. Il suo intervento si è concentrato sul ruolo del MEF e di Cassa Depositi e Prestiti nel sostegno allo sviluppo del paese. “CDP ha una serie di attività che si stanno concentrando sull’innovazione e sulla creazione di nuove opportunità di sviluppo”, ha dichiarato Italia all’uditorio, sottolineando l’importanza della recente nomina di Dario Scannapieco a nuovo AD della controllata del MEF: “L’avvicendamento probabilmente porterà a nuovi assetti e indirizzi […] Si può presumere che CDP sarà indirizzata molto più di prima verso lo sviluppo”. “Il MEF – ha ribadito Italia – ha consapevolezza del bisogno di innovare e di cambiare con l’aiuto del privato. Negli ultimi anni, e nei prossimi ancora di più, stiamo sviluppando una serie di strumenti che dovrebbero facilitare il partenariato tra pubblico e privato, con un impulso verso gli investimenti. Da un anno circa CDP e MEF hanno un protocollo operativo su alcuni progetti anche grandi, infrastrutturali, di partenariato col privato che funziona benissimo: sta portando a una sinergia che fa in modo che le amministrazioni pubbliche si sentano più libere e tranquille di operare in sinergia con il privato”. A margine del convegno abbiamo avuto la possibilità di approfondire il tema con un’intervista.
Qual è l’importanza di CDP e del MEF sul nuovo orientamento degli investimenti pubblici sulla sostenibilità. Lei è stato esplicito: si passa da un periodo storico in cui si investiva sull’industria sulle imprese, e adesso c’è questa nuova esigenza della società.
Si sa che il nuovo amministratore delegato dovrebbe avere una grande attitudine agli investimenti sul sociale (è stato il vicepresidente della BEI). CDP ha una fondazione che investe sul “bello” dell’Italia: l’arte, il turismo, la sostenibilità. Insomma credo che CDP in questo momento farà sicuramente la sua parte. Siamo all’inizio, ma credo che nei prossimi mesi e anni ci sarà un forte incremento in questa direzione.
Altro tema del convegno è il sostegno all’innovazione tecnologica. Il suo ruolo al MEF è anche tenere i cordoni della borsa: per fare l’interesse pubblico dovete stringerli o allargarli. In Italia il ramo dell’innovazione, di solito deficitario rispetto ad altri paesi, vive finalmente un buon momento; può contare anche sulla finanza pubblica?
Sicuramente sì. A parte il nuovo Ministero per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale, le nuove professionalità e le risorse del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), credo che sull’innovazione si possa puntare ad impattare il meno possibile sulla finanza pubblica, a prescindere dalle risorse che vengono messe in campo: facendo da effetto volano sul partenariato pubblico-privato. Questo certamente richiederebbe anche delle modifiche normative. Ad esempio in Francia i codici dei contratti sono piccoli libelli. Cioè, quando si tratta di fare contratti con il privato, là non si privilegia tanto l’aspetto formale della gara, il replicare un appalto sotto forma di partenariato pubblico-privato, ma si punta all’innovazione. Il privato propone un’idea diversa rispetto a un altro che non ce l’ha; e si va quasi a trattativa privata, perché è l’idea che viene premiata. Speriamo che anche in Italia si cominci a capire questa cosa. Prima o poi dovremmo capirlo perché ci stiamo accorgendo che dove ci sono società miste (tra due nazioni, nda.), faccio l’esempio del traforo del Monte Bianco, spesso si privilegia uno dei due sistemi giuridici: quello francese è più facile; quello tedesco è di quattro pagine.
Stiamo parlando solo di grandi imprese o anche le PMI possono accedere a queste possibilità?
Anche le piccole e medie imprese “possono”. Ci sono strumenti e fondi che si stanno attivando, anche presso CDP, e che daranno una spinta in più. Ci sono sezioni differenziate per ogni tipo di investimento nel partenariato pubblico-privato: sotto i 10 milioni, sotto i 100 milioni, sopra e sotto i 500 milioni. Quindi credo che ci sia uno spazio per tutti.
Durante il suo intervento ha parlato di una partnership con ENEA e GSE per il settore dell’efficientamento energetico.
Al MEF, e con la Presidenza del Consiglio, stiamo facendo dei contratti, degli schemi, dei format affinché le amministrazioni [pubbliche] che vogliano migliorare l’efficientamento energetico di un ente, possano farlo nella maniera più semplice, più sicura possibile per il R.U.P. Responsabile Unico del Procedimento, nda.) che deve poi assumersi la responsabilità. In questo modo speriamo trovino più facilitazioni per l’accesso al miglioramento energetico. Con ENEA ci siamo incontrati recentemente. Loro hanno fatto partire un progetto abbastanza importante basato su una piattaforma per il monitoraggio sistemico e sistematico dell’efficientamento di tutta la rete elettrica; e sperano che in futuro servirà al monitoraggio degli edifici pubblici, in particolare scuole e ospedali. [L’efficientamento] oggi ha qualche difficoltà, perché viene fatto prevalentemente dalle ESCO (le Energy Service Company private che fanno consulenze energetiche, nda.), e nei comuni medio-piccoli spesso non si riesce: la ESCO non trova appetibile l’intervento perché non è remunerativo. Quindi stiamo cercando un modo per finanziare anche questo tipo di interventi non diretti all’innovazione della piccola impresa, ma all’efficientamento e all’innovazione del piccolo ente, che altrimenti non avrebbe accesso all’innovazione in generale.