La Fao ha pubblicato un Rapporto in cui si analizza lo stato della biodiversità sia vegetale che animale, ai fini della produzione alimentare: biodiversità in calo, ma aumentano le pratiche eco-friendly
L’allarme che la Fao lancia è poco incoraggiante: la biodiversità sta calando, e ciò che viene perso non può essere più recuperato. Questo mette il cibo e l’ambiente in serio pericolo.
Dal punto di vista della biodiversità di origine vegetale, emerge che, delle circa 6 mila specie di piante coltivate per il cibo, meno di 200 riforniscono la popolazione terrestre dal punto di vista alimentare, e di esse solo 9 rappresentano da sole il 66% della produzione totale.
Se invece si parla di allevamenti, la produzione mondiale di alimenti di origine animale si basa su circa 40 specie, da cui si ottengono carne, latte e uova. Inoltre, delle 7745 razze di bestiame, il 26% è a rischio di estinzione. Il tutto mentre un terzo degli stock ittici è sovrasfruttato e oltre la metà ha raggiunto il limite della sostenibilità.
Globalmente, il Rapporto parla di un quarto di 4000 specie di cibo selvatico (piante, pesci e mammiferi) che sta diminuendo in tutti i 91 Paesi analizzati.
Afferma il direttore generale della Fao, José Graziano da Silva: “La biodiversità è fondamentale per la salvaguardia della sicurezza alimentare globale. Dobbiamo usarla in modo sostenibile per rispondere meglio alle crescenti sfide del cambiamento climatico e produrre cibo senza danneggiare l’ambiente”.
La notizia positiva è che, sempre stando ai dati del Rapporto, l’80% dei 91 Paesi analizzati afferma di seguire una o più pratiche ecosostenibili come l’approccio eco-sistemico alla pesca, la gestione sostenibile delle foreste, l’agro ecologia, l’agricoltura conservativa, i sistemi integrati di allevamento di bestiame e agro-forestali, l’acquaponica, la policoltura e l’agricoltura biologica. (Giorgia Martino)