I "Gardens by the Bay" di Singapore e lo Skyline della città sullo sfondo
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Pianeta

La natura è la soluzione

I benefici della forestazione urbana spiegati al convegno The Forest City organizzato dall’Arma dei Carabinieri

Il 29 e 30 maggio, all’Auditorium della Biblioteca Nazionale di Roma, si è svolto il convegno internazionale The Forest City – Nature Based Solutions for a sustainable future, organizzato dall’Arma dei Carabinieri, da autorità governative, studi di ricerca di tutta Italia e molti esperti esteri, che ha avuto come focus principale l’unione tra il colore verde degli alberi e il colore grigio dei palazzi cittadini. L’obiettivo infatti, già portato avanti in alcune città del mondo ma ancora per lo più in divenire nel nostro Paese, è quello della forestazione urbana. Come ha detto Andrea Rispoli, Generale di Corpo d’Armata a capo del Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari (CUFAA): “Quando parliamo di foreste urbane sembra quasi di pronunciare un ossimoro, ma in realtà sono termini che nel quotidiano vanno visti come legati sia per il benessere dell’ambiente che della collettività. Con il termine foresta vogliamo tornare alle origini, ai valori più resilienti e resistenti della nostra storia, fondamentali per mantenere non soltanto l’idea di bellezza dei nostri centri urbani, ma soprattutto della loro vivibilità, per noi e le future generazioni. Oggi salute umana e salute degli ecosistemi sono indissolubilmente legati.”

Alcune stime delle Nazioni Unite mostrano come entro il 2050 la popolazione mondiale ammonterà a 10 miliardi di persone, di cui oltre7 miliardi vivrà in città. Tale crescita repentina del volume degli spazi urbani farà sentire ancora più drasticamente le conseguenze del mutamento climatico. Ed è qui che la forestazione urbana entra in gioco: i boschi in città infatti saranno di enorme aiuto per attutirne gli effetti e rendere le città più resilienti, producendo grandi benefici per la qualità della vita delle persone.

Il primo giorno della conferenza è stato dedicato a temi molto attuali legati a doppio filo al nostro benessere psicofisico e futuro sostenibile. Un cambio di visione di grande spessore: il verde urbano smette di essere un puro e semplice arredo per diventare organo vivo e vegeto della città, fondamentale per la nostra salute. Diventerebbe il suo polmone, come Central Park lo è di New York. Altro tema chiave ha riguardato l’adattamento alla crisi climatica che potrebbe essere agevolato da una nuova pianificazione urbana più attenta al verde e alla biodiversità. Il tema finale, trattato in una tavola rotonda, ha riguardato più da vicino il nostro Paese, con l’utilizzo dei fondi del PNRR per la creazione e l’ampliamento di più verde urbano nelle città italiane.

Il secondo giorno della conferenza si è aperto con un  panel moderato da Pierluigi Sassi, Presidente di Earth Day Italia, sul rapporto millenario che l’uomo e la sua storia sociale, culturale ed economica hanno con le foreste. Il secondo incontro giornaliero ha riguardato gli stimoli e le difficoltà insite nella progettazione e realizzazione di una foresta urbana: il mantenimento della biodiversità interna, il fatto che per portarla a termine debbano essere usate specie vegetali, quindi anche animali, autoctone e già abituate a quel clima, per renderle autonome e funzionali al benessere delle persone. Durante il terzo incontro si è parlato degli interventi economici portati avanti da pubblico e privato: questi in futuro dovranno essere ancora più connessi, aperti a dialoghi con organizzazioni di ogni genere, da quelle non governative a quelle imprenditoriali, per dirigere un progetto realizzabile a beneficio di tutti. L’ultimo incontro è stata una tavola rotonda che ha avuto come focus la necessità di educare tutti i cittadini verso il verde urbano, renderli consapevoli che il loro comportamento ha un effetto determinante nella sua realizzazione, anche attraverso un turismo sostenibile e maturo.

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