Il nuovo report, scritto dalla UNCCD e pubblicato durante la COP16 sulla desertificazione, spiega come entro il 2050 tre persone su quattro soffriranno la siccità
Alla COP16 sulla desertificazione che si sta svolgendo dal 2 al 13 dicembre a Ryiad, in Arabia Saudita, si stanno toccando molti temi e punti chiave che hanno un impatto dal punto di vista non solo ambientale, ma anche economico e sociale. Uno di questi è la siccità, fenomeno climatico che negli ultimi anni si sta espandendo dalle aree più calde del pianeta fino alle porte del nostro continente.
Esistono alcuni luoghi geografici particolarmente colpiti da questo fenomeno, come l’Africa del nord, il Medio Oriente, l’Asia centrale, l’Australia e il Sud-Ovest degli Stati Uniti. Ma negli ultimi anni sono state interessate anche altre parti del Mondo, causando carenze idriche importanti e la desertificazione dei terreni, rendendoli sterili. Ad oggi 2 miliardi di persone soffrono le conseguenze della siccità e il fenomeno potrebbe peggiorare a causa dell’aumento demografico.
In questi primi giorni di COP è stato pubblicato il report “The Economics of Drought: Investing in Nature-Based Solutions for Drought Resilience”, co-redatto da l’Economics of Land Degradation Initiative (ELD), l’United Nations University Institute for Water, Environment and Health (UNU-INWEH) e la Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione (UNCCD). Lo studio espone come i problemi dovuti alla siccità possono essere risolti, o quantomeno attenuati, dalle cosiddette “Nature-based Solutions”(NbS), strategie che si affidano a processi naturali o sostenibili per risolvere le carenze idriche rifiutando processi artificiali di natura umana.
“Gestire in modo sostenibile le nostre terre e le risorse idriche è essenziale per sbloccare la crescita economica e costruire la resilienza delle comunità che stanno rimanendo intrappolate in cicli di siccità in tutto il mondo,” ha affermato Andrea Meza, Vice Segretario Esecutivo dell’UNCCD. “Mentre sono in corso i negoziati per una decisione storica della COP sulla siccità, il rapporto invita i leader mondiali a riconoscere i costi enormi, ma prevenibili, della siccità e a sfruttare soluzioni proattive e basate sulla natura per garantire lo sviluppo umano entro i limiti del pianeta.”
Ma quali sono le “soluzioni naturali”? Tra le più comuni la riforestazione, per una naturale conservazione idrica, la gestione dei pascoli e il ripristino dei bacini idrografici. Queste possono essere tecniche efficaci per migliorare il ciclo e la disponibilità dell’acqua. Gli studi del report spiegano come queste soluzioni arrivano a generare un ritorno di 27 volte superiore all’investimento iniziale, riducendo i costi a lungo termine e migliorando la sicurezza alimentare e idrica.
Le stime suggeriscono che entro il 2050 la siccità potrebbe colpire tre persone su quattro a livello globale, con costi ad essa dovuti che attualmente superano i 307 miliardi di dollari l’anno. Insomma, quando parliamo di ambiente, ciò che viene definito costo, nella maggior parte dei casi è un investimento.
Lo studio è in buona parte dedicato anche alla questione economica e sociale: se venissero rispettati i sistemi naturali potrebbero essere guadagnati fino a 10,1 trilioni di dollari l’anno entro il 2030, creando fino a 395 milioni di posti di lavoro per lo studio, la messa in pratica e la gestione delle soluzioni naturali.
La siccità non è causata solo dalla scarsità di piogge, ma anche da pratiche di gestione insostenibili, come urbanizzazione, deforestazione e sovrasfruttamento delle risorse idriche. Investire nel capitale naturale è essenziale per mitigare questi effetti.
Da un punto di vista di gestione politica, spiega il report, sarebbe essenziale integrare le NbS nei piani nazionali di gestione della siccità, al fine di rafforzare i diritti sulla terra e sull’acqua e migliorare la governance locale. Per far ciò è essenziale promuovere partnership globali e pubblico-private tra governi, agricoltori, aziende e accademici. Solo così potremmo costruire comunità resilienti alle siccità.
Come tutte le questioni legate allo stato di salute del nostro pianeta, diventa necessario sostituire le pratiche insostenibili con azioni anticipatorie e ben pianificate, per garantire la sopravvivenza e il benessere umano.
Per avere informazioni dettagliate sulla COP16, questo è il sito https://www.unccdcop16.org/?lang=en