L’ISPRA rende noti i dati del 2020: la pandemia ha favorito un calo del 9,8% di emissioni climalteranti. Il record nel settore dei trasporti: -16,8%
Durante la prima ondata della pandemia, caratterizzata dai primi, rigorosi, lockdown di industrie, trasporti, servizi e viaggi, una parziale consolazione veniva dalla speranza che il pianeta avrebbe potuto ”tirare il fiato” per qualche settimana. Si ipotizzava che con gli uffici, le scuole, i negozi e le fabbriche chiusi, con aerei, traffico urbano, treni e trasporti pubblici fermi o ridotti al minimo, le emissioni globali di gas serra avrebbero potuto subire un netto calo, favorendo quell’obiettivo generale stabilito in sede ONU che vorrebbe portare all’azzeramento delle stesse emissioni nette entro il 2050. Sembra che i dati scientifici raccolti nell’anno del Covid confermino questa speranza, per lo meno per quanto riguarda l’Italia.
L’ISPRA infatti ha reso noto che, dall’analisi dei dati di tutto il 2020, le emissioni di gas serra nel nostro paese risultano calate del 9,8% rispetto al 2019. Il dato è ancor più positivo se si valuta che già nel 2019 si era registrata una diminuzione del 2,4% rispetto al 2018. Ovviamente, più che alle buone pratiche di transizione verso un’economia e una produzione di energia più sostenibili, questo salto in avanti di oltre 7 punti percentuali è in gran parte diretta conseguenza della pandemia. Nello stesso rapporto l’ISPRA stima che le emissioni dovute alla produzione di energia elettrica sono calate del 12,6%, seguendo la diminuzione forzata dei consumi; quelle dei trasporti del 16,8%; del 9,9% per l’industria e del 5,8% del riscaldamento.
Si potrebbe dire che non tutti i mali vengono per nuocere ma, a parte il costo di vite umane pagato al Covid, non bisogna dimenticare che al calo di emissioni è corrisposto anche un picco negativo del PIL, che nel 2020 è stato registrato al -8,9%. Di positivo, come rileva l’ISPRA, c’è il “disallineamento” tra le variazioni del PIL e delle emissioni, che contribuisce a sfatare la convinzione che la crescita economica e il benessere ci obblighino ad inquinare: nel 2020 infatti, come si evince dalle percentuali, le emissioni sono diminuite in misura maggiore del PIL; mentre nel 2019, a fronte della citata diminuzione delle emissioni del 2,4% si era addirittura avuta una crescita del PIL, seppure limitata allo 0,3%.