In attesa della nuova esortazione di Papa Francesco sui temi ambientali, a Bologna Matteo Zuppi, Moni Ovadia, Maria Rita Parsi e numerosi esponenti del mondo dell’economia, della cultura e delle istituzioni, hanno discusso di sostenibilità, cooperazione e ruolo dei giovani nelle politiche di sviluppo sostenibile.
Nell’ambito del Festival Francescano di Bologna, si è svolto ‘evento “Nuove pagine Laudato si’ – Il contributo delle religioni e la centralità dei giovani nell’urgenza di un futuro sostenibile” (di seguito il video integrale dell’evento).
Il dibattito è stato promosso dal Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite tramite il suo Centro UNDP di Roma per il Clima e l’Energia – con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, alla vigilia della pubblicazione della nuova Esortazione Apostolica annunciata da Papa Francesco per la data del 4 ottobre, in continuità con il messaggio apostolico della storica Enciclica Laudato si’.
La tavola rotonda ha puntato l’attenzione sull’importanza del dialogo interreligioso e del dialogo intergenerazionale nella lotta al Cambiamento Climatico in vista di una importantissima serie di eventi che vedranno il nostro Paese in prima linea sul climate change.
A ottobre Roma ospiterà il terzo evento Youth4Climate, appuntamento internazionale dedicato ai giovani, ideato dal Governo italiano e gestito in collaborazione dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e da UNDP per restituire al dialogo intergenerazionale l’imponente lavoro per la soluzione della crisi ambientale che proprio ai giovani consegnerà i suoi risultati. Un lavoro che precederà di poche settimane quello della COP28 di Dubai, chiamata con forza dall’opinione pubblica mondiale a portare risultati concreti nella riduzione delle emissioni di CO2, ancora oggi in pericoloso aumento. Nel 2024, poi, l’Italia sarà chiamata a presiedere il G7, che dedicherà una parte imponente dei suoi lavori agli impegni relativi alla crisi climatica.
Proprio a Bologna, nel 2017 si tenne la riunione ministeriale del G7 Ambiente, nell’ambito della quale fu sottolineata l’importanza del dialogo interculturale e interreligioso nella transizione ecologica a cui la storia ci chiama.
Per l’Arcivescovo di Bologna e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, cardinale Matteo Zuppi: “Le religioni hanno una responsabilità grande perché il Signore ci ha consegnato il creato. Dobbiamo insegnare a vivere con le creature, che sono fratelli tutti, nell’unica stanza che il Signore ci ha dato. Una stanza che possa non distruggersi con i nostri atteggiamenti e stili di vita”.
Ad aprire i lavori Mario Antonio Scino, Capo di Gabinetto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica: “I temi della biodiversità, del cambiamento climatico e del futuro delle nuove generazioni ci interpellano alla luce del dettato costituzionale e del processo di transizione ecologica a sostegno del quale il Pnrr stanzia significative risorse. Gran parte di queste risorse devono essere riservate ai giovani e all’imprenditorialità femminile, perché la parità di genere deve essere assicurata. È necessario, inoltre, investire nella ricerca favorendo una sinergia fra le istituzioni, aziende e società civile favorendo un percorso che tuteli l’ambiente e al contempo i più vulnerabili”.
Nel primo panel della giornata “Protagonisti autentici di un cambiamento d’epoca. L’impegno dell’Italia per i giovani” Francesca Salvemini, Capo della segreteria tecnica del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ha dichiarato che: “La Laudato si’ è un’enciclica che mette al centro il clima e soprattutto il legame profondo che c’è tra uomo e natura. La sfida del clima coinvolge un po’ tutti. La transizione energetica e il cambiamento climatico evocano orizzonti temporali che non sono poi così evidenti nella politica, sappiamo che le azioni di oggi le pagheremo poi e le pagheranno i nostri figli. È, dunque, una sfida complessa che richiama la responsabilità di tutti, perché tutti devono contribuire alla cura della casa comune”.
È intervenuto quindi Agostino Inguscio, Direttore del Centro UNDP di Roma per il Clima e l’Energia: “UNDP, insieme al Ministero dell’Ambiente, è impegnato nel supportare i giovani per diventare attori protagonisti nella lotta al cambiamento climatico. Per questo sosteniamo numerosi progetti a livello internazionale attraverso la rete UNDP nel mondo. In tale prospettiva il dialogo intergenerazionale e interreligioso può svolgere una funzione fondamentale nel promuovere buone pratiche e una cultura a tutela dell’ambiente”.
Successivamente Elena Shneiwer, Responsabile Sostenibilità e Patrimonio Artistico di Cassa Depositi e Prestiti ha ricordato come “Giovani e sostenibilità sono un binomio indissolubile. Le nuove generazioni sono nate con i valori e la consapevolezza della necessità di ripensare l’attuale modello economico e sociale a favore di uno più attento alla sostenibilità e all’inclusione, e stanno imponendo a tutti gli attori della società un cambiamento forte in questo senso. Istituzioni e aziende hanno la responsabilità di accogliere queste istanze e integrarle nel proprio modo di operare. In CDP questo processo è stato avviato da tempo, sia a livello di ascolto che di operatività. La sfida che ci attende è quella di mantenere un dialogo proficuo e attento con le giovani generazioni, semplificando i nostri linguaggi e coinvolgendoli nel processo di cambiamento, che deve essere necessariamente graduale ma trasparente. La gradualità è un elemento essenziale per rendere la transizione verde sostenibile anche a livello sociale e solo compiendo questo percorso insieme potremo vincere la sfida della sostenibilità.”
A chiudere il tavolo Davide D’Arcangelo, ideatore del think tank sull’innovazione IMPATTA secondo cui: “I giovani sono già al centro dell’urgenza di creare un futuro sostenibile, quello che serve loro è una guida e il problema va affrontato con questo cambio di paradigma. È necessario che ci siano un ecosistema dell’innovazione e operatori che vadano a prenderli per mano e li guidino. Serve sicuramente un cambio di passo per l’ecosistema dell’innovazione e un po’ più di coraggio per mettere i giovani alla guida di questo percorso”.
Il secondo panel “Nuove pagine Laudato si’ – Il contributo delle religioni per un futuro sostenibile”, ha preso la parola Moni Ovadia: “Tutte le culture monoteiste considerano il Creato opera del divino, quindi sacro. Siamo fatti della stessa materia del pianeta: se avveleniamo il pianeta avveleniamo noi stessi. Il monoteismo indica che l’Uomo è custode, non proprietario, non rapinatore. Perciò non può fare quello che vuole. Custodire significa proteggere, migliorare; non avvelenare, non intossicare, non devastare. Considero l’enciclica Laudato Si’ il documento in assoluto più significativo degli ultimi tre o quattro decenni. Papa Francesco ha fatto un’opera di un’eccezionalità che non so se tutti hanno compreso: capire che c’è una priorità assoluta che si chiama vita. La vita che non è solo quella dell’essere umano; ma anche quella dei nostri ‘compagni infelici’ – gli animali – delle piante, le rocce, le acque.”
A seguire è intervenuto Alberto Aprea – Presidente dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai: “I giovani sono sempre stati promotori di tante campagne, dalla lotta contro il nucleare alla difesa dell’ambiente. Hanno passione, hanno nuovi ideali. E’ importante che si abbattano i muri interiori per confrontarsi in maniera umana, a prescindere dal credo religioso o dall’avere o meno un credo religioso. E’ il cambiamento interiore di ciascuno di noi che porterà a un cambiamento esteriore; significa avere compassione e questo è quello che stiamo cercando di fare con i giovani.”
Appassionato l’intervento di Maria Rita Parsi – Psicoterapeuta membro dell’Osservatorio Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza: “Se vogliamo che questo cambiamento della sostenibilità avvenga dobbiamo cambiare. Parlando di giovani: i miei maestri mi hanno insegnato che i veri maestri sono quelli che permettono agli allievi di superarli, e poi vanno a scuola da loro. Quelli che gli altri chiamano i miei pazienti io li chiamo allievi: vado a scuola da loro e do loro strumenti. Il successo che ottengono è il loro. Il Cristo, metaforicamente, è stato il più formidabile soggetto rivoluzionario: da bambino ammaestrava i dotti al tempio; era ribelle. Poi crebbe e fece il bene. Si metteva con i malati, con i poveri. E che fine fece quando chiesero: volete voi Gesù o Barabba? Bella scelta fece il popolo. Se non si insegna questo è inutile pensare alle nuove generazioni, perché è una metafora della condizione umana che deve cambiare.”
A chiudere il tavolo Valdo Spini, esponente della Chiesa Evangelica Valdese, già ministro dell’Ambiente: “In questa giornata di dialogo interreligioso e intergenerazionale sull’ambiente credo che tale dibattito sia in continuità con il messaggio apostolico della storica Enciclica Laudato si’. Da allora la situazione ambientale non è migliorata, semmai è peggiorata e il nostro Paese e l’Emilia-Romagna ne portano le cicatrici. Credo che riprendere questi temi e fare un richiamo alle coscienze sia attuale e fondamentale”.
Durante l’evento è inoltre intervenuta, attraverso un’intervista da New York Laura Frigenti, CEO di Global Partnership for Education che ha rilevato come: “I giovani le loro idee già le hanno, non hanno bisogno di aiuto in questo, ma nell’essere organizzati. C’è bisogno di creare un processo per cui loro possano esprimere le loro idee in maniera differente e magari scegliere democraticamente quelle che sono le voci che rappresenteranno le istanze all’interno dei contesti internazionali. Credo che i giovani abbiano bisogno di uscire dalla protesta ad hoc per cercare di presentarsi con una credibilità internazionale che gli permetterà di avere una voce importante su questi temi”.