Gli ecosistemi terrestri faticano a tenere il passo con il nostro fabbisogno
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Pianeta

Earth Overshoot Day: esaurite le risorse del pianeta per il 2024

1° agosto 2024: da oggi e per tutto il resto dell’anno siamo in debito con il pianeta. Dobbiamo invertire questa tendenza e darci più tempo!

1° agosto 2024: da oggi il nostro pianeta entra in overshoot, una situazione di debito ecologico per cui non è in grado di produrre quanto abbiamo consumato. Da oggi in poi quindi inizieremo a consumare ciò che il nostro pianeta non ha ancora generato.

L’Earth Overshoot Day (EOD) segna la data in cui la domanda di risorse e servizi ecologici da parte degli abitanti del pianeta supera le risorse che la terra può rinnovare in quello stesso anno. Da quella data in poi si passa all’overshoot (appunto “sforare”, “andare oltre”), generando un deficit che va aumentando ogni anno dato l’utilizzo delle scorte e l’accumulo di rifiuti, ostacolando il pianeta nel rigenerarsi e recuperare la sua forza.

Ogni anno l’associazione no profit  Global Footprint Network calcola l’Overshoot Day del pianeta e di oltre 200 paesi nel mondo. Questi dati hanno l’obiettivo di informare e stimolare i cittadini e i governi nazionali ad attuare politiche che spostino questa data negli ultimi mesi del calendario.

Il calcolo dell’EOD è stato effettuato la prima volta nel 1961 e dal 2003, anno della sua fondazione, viene studiato dal Global Footprint Network. L’EOD consiste così nel rapporto tra biocapacità annuale della terra, ovvero la quantità totale di superficie fertile,e l’impronta ecologica annuale dell’umanità, la domanda di risorse necessarie alla vita del genere umano in un anno.

La scalata dell’EOD: dal giorno di Natale alla piena estate

Sebbene le prime rilevazioni siano del 1961, il primo Overshoot Day risale al 1971 (25 Dicembre). Fino ad allora la nostra richiesta di risorse non superava la capacità del pianeta di fornirle. Da allora, con alcuni alti e bassi fino agli anni ’90, l’Earth Overshoot Day ha risalito il calendario fino a quest’anno,nel quale cade il 1° agosto. Ciò significa che, dal 1° gennaio al 1° agosto, l’umanità ha prelevato dalla natura tanto quanto gli ecosistemi del pianeta possono rinnovarsi durante l’intero anno. In altre parole, in soli 7 mesi l’umanità ha utilizzato ciò che la Terra impiega 12 mesi a produrre. Per capire la veloce risalita dell’overshoot, nel 1980 l’EOD era il 16 novembre, nel 1990 il 18 ottobre, nel 2000 il 17 settembre, nel 2023 il 2 agosto.

Il Country Overshoot Day: chi primo arriva peggio alloggia

Quello dello sforamento è un giorno che viene calcolato non solo a livello globale, ma anche per i singoli paesi, le singole città e i singoli cittadini. Il Country Overshoot Day (COD) di uno Stato è la data in cui cadrebbe l’Earth Overshoot Day se tutta l’umanità consumasse come i cittadini di quel paese. Questi giorni vengono pubblicati ogni 1° gennaio, utilizzando l’ultimo anno dell’edizione più recente dei conti dell’impronta ecologica nazionale e della biocapacità. Pertanto, i giorni di superamento per il 2024 si basano sui dati del 2023.

In Italia l’Overshoot Day è stato il 19 maggio, 16 giorni dopo quello dell’Unione Europea, ovvero il 3 maggio. Se tutti i Paesi del mondo avessero il nostro stesso stile di vita, servirebbero almeno tre pianeti Terra per sostenerlo. Nel nostro specifico caso, l’impronta ecologica è determinata soprattutto dai trasporti e dal consumo alimentare.

Lo Stato più in overshoot nel 2024 a livello globale è stato il Qatar, Paese della penisola araba, che ha terminato le risorse disponibili l’11 febbraio: in soli 2 mesi ha consumato quanto il pianeta produce in 12 mesi. Gli altri Stati che occupano le prime posizioni sono il Lussemburgo, con l’overshoot arrivato il 20 febbraio; gli Emirati Arabi il 4 marzo; il Kuwait il 5 marzo; Bahrain ed Estonia l’8 marzo.

Trattandosi di calcoli basati sul consumo di risorse all’interno delle dinamiche di mercato, i paesi più industrializzati e con meccanismi economici solidi tenderanno ad avere giorni di sforamento nei primi mesi dell’anno. Tra i paesi del G7, ad esempio, il COD del 2024 non va oltre i primi giorni di giugno: negli Stati Uniti scatta il 14 marzo, in Canada il 15 marzo, in Germania il 2 maggio, in Francia il 7 maggio, in Giappone il 16 maggio, in Italia come detto il 19 maggio, nel Regno Unito il 3 giugno.

Per contro i paesi ai margini di queste classifiche, con un EOD fissato gli ultimi mesi dell’anno, nella maggior parte dei casi non lo scelgono in base a scelte economiche mirate o virtuosismo politico. Al contrario  parliamo di paesi economicamente arretrati o socio-politicamente instabili, che non riescono a sfruttare le risorse, per alcuni anche importanti, a disposizione. I Paesi con l’overshoot day più basso nel 2024 sono il Kirghizistan, il 30 dicembre; la Moldavia il 28 dicembre; la Guinea il 27 dicembre; il Marocco il 22 dicembre; le Isole Salomone il 27 novembre;  il Sud Sudan il 26 novembre; Ecuador e Indonesia il 22 novembre.

Esistono infine alcuni stati nel mondo che non possiedono giorni di debito ecologico. I motivi riguardano o l’assenza di dati disponibili, come nel caso dell’India o della Corea del Nord, o per un’impronta ecologica inferiore alla biocapacità del Paese, questo sempre a causa di infrastrutture economiche non sviluppate, o situazioni interne estremamente degradanti, come conflitti armati politici o di genere. I continenti più esposti a queste dinamiche sono Africa, Asia e alcuni paesi che si affacciano sul Mar dei Caraibi. Nel 2022 i paesi africani in assenza di overshoot erano Angola, Eritrea, Liberia, Lesotho e molti altri. Tra i paesi asiatici Pakistan, Sri Lanka, Afghanistan, Nepal e altri. Tra quelli caraibici Honduras, Haiti e Nicaragua.

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