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Sebastiano Somma: per l’ambiente il mio impegno di uomo comune

L’attore napoletano ci parla di ambiente, impegno, inquinamento e del lassismo di chi dovrebbe fermare il degrado di città come Roma.

Abbiamo incontrato Sebastiano Somma all’inaugurazione di “Emozioni per generare il cambiamento“; la mostra fotografica itinerante di Lia Beltrami e Asaf Ud Daula, allestita fino al 31 maggio negli spazi del Centro Commerciale Aura a Roma. L’attore è intervenuto all’evento di apertura per leggere alcuni passi dell’enciclica “Laudato Si’” di Papa Francesco, il documento che rappresenta la fonte d’ispirazione e il filo rosso che lega le immagini dell’esposizione. Nell’occasione abbiamo potuto dialogare con Somma sul tema della mostra e sul suo rapporto, artistico e personale con l’ambiente.

Immagino sia sempre un’emozione dare voce alle parole del Papa. Come vede questa figura?

La figura di Papa Francesco è molto “alta”, e molto interessante per quello che sta trasmettendo a noi tutti col passare del tempo. È un uomo che tiene molto all’ambiente, a un’economia dell’ambiente; e a quello che  la cultura dell’amore può dare all’ambiente e alla gente, anche a livello economico. Può sembrare una cosa articolata ma è molto chiara. Dice delle cose molto profonde, che mi hanno colpito. Papa Francesco ama molto l’ambiente.

Il suo rapporto con l’ambiente? Quali sono le emergenze che le danno più preoccupazioni? Nel suo vissuto quotidiano qual è il suo impegno, e quale piacere trae dall’ambiente naturale?

Sono uno dei tanti che sta attento alle piccole cose: a cominciare dal riciclare e dal differenziare, cerco di mettere il massimo dell’attenzione per rispettare l’ambiente. Sono nato e cresciuto in campagna, vicino al mare. Quindi amo il mare e la campagna: un binomio importante della mia vita. Li amo per quello che mi hanno regalato, e quindi vorrei restituire tutto il mio amore per la vivibilità di questi ambienti.  Ci provo nelle piccole cose: dall’andare in bicicletta all’usare l’auto elettrica; anche se quest’ultima ha comunque un ritorno e un impatto negativo, in qualche modo. Poi ci provo nell’educare la mia famiglia, mia figlia, le persone che ho intorno. È l’impegno di un uomo comune che cerca di salvaguardare il luogo dove vive: Roma, che è un posto abbastanza inquinato. Ma non ci ascolta più nessuno: quando si fa qualche denuncia e si cerca di richiamare l’attenzione su quelle nubi e quegli scarichi che emanano dai luoghi in cui viviamo, tutto sembra ormai scontato, necessario.

Riflessione amara. Scorrendo il suo curriculum ho appreso che ha fatto anche un film, “Il bacio azzurro”, incentrato sul problema della scarsità dell’acqua.

“Il bacio azzurro” di Pino Tordiglione (qui il trailer), girato nell’avellinese, alta Irpinia, terra straordinaria e piena di bellezza. Sì, in particolare parla dell’importanza dell’acqua; di ciò che facciamo per “umiliarla”. Un bellissimo docu-film che di recente è stato acquistato dalla RAI, e quindi probabilmente si potrà vedere anche in televisione. Gira molto nelle scuole; è molto educativo. La cosa che mi piace di più è quando i ragazzi alla fine vanno via dicendo ai genitori che bisogna fare attenzione quando si apre il rubinetto; perché dietro c’è tanta storia, e anche tanta gente che ha dato la vita per portare quel sorso d’acqua nelle nostre case. Il film pone l’attenzione su questo argomento, l’acqua, che insieme all’aria è uno degli elementi più importanti della nostra vita.

Davanti a questa mostra riflettiamo sulla potenza delle immagini. In questo caso sono immagini fotografiche, anche se lei è uno “specialista” di quelle in movimento…  

Anch’io sono catturato dalle immagini, non perché è ciò che faccio, ma perché anche a me piace emozionarmi davanti a delle belle immagini.

È questo l’apporto che gli artisti della pellicola devono dare a queste cause? Metterci non solo la faccia ma anche le scenografie, le immagini, la potenza dei film e delle fotografie?

Se tu, che mi stai intervistando, dovessi iniziare a fare qualcosa, da che cosa cominceresti?

Probabilmente da quello che so fare meglio… sicuramente da un’immagine potente.

Immagino che tu abbia tante cose da dire a chi governa, a chi può fare qualche cosa. Qual è la prima cosa che diresti?

Fermerei il consumo di suolo.

Porresti un limite al consumo di suolo?

No, lo fermerei oggi: non si asfalta più un centimetro di terra fertile, per nessun motivo al mondo.

Per non parlare dell’esasperazione dell’alimentazione: una delle cose principali su cui lavorerei.

L’artista, come lo sportivo, sente la responsabilità di avere quest’immagine che può convincere le persone a fare le cose giuste?

Noi ci proviamo tutti i giorni, cercando di dare il nostro piccolo contributo. Però è anche vero che la gente è bombardata da messaggi di ogni tipo. L’arte sicuramente smuove. L’individuo, che sia un artista o un calciatore, può fare ben poco; ma può emozionare, sicuramente può far riflettere con la parola, l’arte figurata, la musica. Tutto questo può portare bellezza. Il contributo che possono dare gli artisti, e l’arte in generale, è legato alla bellezza. E grazie alla bellezza c’è la possibilità che qualcosa avvenga.

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