Il Presidente di CIRA, Antonio Blandini, ci racconta la frontiera delle ricerche aerospaziali sempre più importanti per la sostenibilità.
La sostenibilità ambientale sta diventando un tema sempre più importante e sempre più incalzante anche per il mondo dell’aerospazio. Da un lato le tecnologie spaziali sono sempre più di supporto alla transizione ecologica del nostro pianeta, dall’altro ci si comincia ad interrogare sulla sostenibilità del settore stesso.
Ne abbiamo parlato con Antonio Blandini, Presidente del CIRA, in occasione delle celebrazioni della 55esima Giornata Mondiale della Terra.
Perché le tecnologie spaziali sono sempre più centrali nella sfida della sostenibilità, anche oltre l’atmosfera terrestre?
La rilevanza dello “Spazio” per la sostenibilità ambientale è oramai, anche nella consapevolezza comune, una ovvietà. Dall’osservazione della Terra al supporto alla gestione delle risorse naturali, le tecnologie spaziali sono sempre più centrali nei processi di transizione ecologica. Ma la sostenibilità non è solo un obiettivo da perseguire grazie allo Spazio: è anche una condizione da rispettare nelle attività spaziali stesse. È in questa cornice che si inserisce l’adesione del CIRA alla “Zero Debris Charter”, che punta a porre fine alla produzione di nuovi detriti spaziali entro il 2030. Una sfida non solo ambientale, ma tecnologica e industriale, se si considera che, in orbita bassa terrestre, la densità di detriti ha ormai raggiunto livelli paragonabili a quella dei satelliti attivi. Per garantire l’accessibilità e la sicurezza delle orbite, occorrono soluzioni di rimozione e criteri di progettazione responsabile dei nuovi sistemi. Il CIRA guarda con grande attenzione a questi temi, consapevole che lo sviluppo di tecnologie spaziali sostenibili è una delle chiavi per garantire un futuro sicuro e rispettoso dell’ambiente anche fuori dall’atmosfera terrestre.

Cambiano le sfide e cambiano le soluzioni: perché oggi è sempre più importante osservare il nostro territorio dall’alto?
Le tecnologie aerospaziali ci permettono di raccogliere dati preziosi sullo stato dell’ambiente, di rilevare segnali di rischio, di supportare interventi tempestivi in situazioni di crisi. Il CIRA, in questo ambito, sta sviluppando una piattaforma stratosferica per il monitoraggio ambientale, basata su tecnologie avanzate di telerilevamento bio-ispirato. Questa piattaforma, alimentata interamente a energia solare, è in grado di permanere a lungo in stratosfera garantendo l’analisi del territorio con un impatto ambientale quasi nullo. Il sistema di rilevamento si affida in parte alla capacità degli organismi viventi (in alcuni particolarmente pronunciata) di agire come “sentinelle ambientali”: i sensori a bordo analizzano e acquisiscono informazioni sullo stato di salute della vegetazione e determinano, in modo indiretto, alcuni fattori tra cui lo stato di inquinamento del terreno. Le applicazioni spaziano dalla sorveglianza dei confini alla gestione delle crisi, dalla sicurezza interna all’agricoltura di precisione, fino al monitoraggio ambientale e alle telecomunicazioni.
Quali innovazioni aerospaziali possono maggiormente avere un impatto in termini di sostenibilità nei prossimi anni?
Il settore aerospaziale è sicuramente percepito dall’opinione pubblica come punto di riferimento tecnologico naturale. Pertanto, ogni innovazione “green” risulta amplificata e possiede un notevole effetto di trascinamento sugli altri domini industriali. In particolare, la ricerca aerospaziale è particolarmente attenta allo sviluppo di soluzioni per la decarbonizzazione. L’obiettivo, che allineato alle strategie europee, è ridurre l’impatto ambientale del settore aeronautico fino a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.Il programma europeo Clean Aviation, al quale il CIRA contribuisce attivamente, sostiene progetti innovativi sull’utilizzo dell’idrogeno, sulla realizzazione di componenti per velivoli ibridi elettrici e sullo sviluppo di elementi strutturali adattivi capaci di ridurre il consumo di carburante. Ed anche il programma europeo SESAR si propone obiettivi ambientali di altissimo profilo. Questa prospettiva conduce, tra l’altro, a investire anche su materiali leggeri, efficienza energetica, propulsioni alternative. L’innovazione aerospaziale è, a tutti gli effetti, un tassello strategico per la costruzione di una società più sostenibile — sulla terra come nel cielo.
Qual è il valore della partecipazione del CIRA all’Earth Day?
La partecipazione all’Earth Day rappresenta un’occasione preziosa per focalizzare l’attenzione della collettività su temi che sono al centro dell’attività di ricerca e sperimentazione: sostenibilità, transizione ecologica, osservazione della Terra, tecnologie per la gestione ambientale, non sono semplici parole chiave ma rappresentano vere e proprie bussole da seguire nel nostro lavoro quotidiano. Inoltre, raccontare il contributo dell’aerospazio a queste sfide globali significa anche valorizzare le discipline STEM e quindi coinvolgere le nuove generazioni che trovano nell’Earth Day un contesto stimolante per avvicinarsi alla scienza. In questo senso, il CIRA, nella sua missione statutaria di diffondere le conoscenze scientifiche di settore, continua a rinforzare il legame tra ricerca e università e, allo stesso tempo, favorisce l’avvicinamento dei più giovani alla cultura aerospaziale attraverso visite didattiche presso impianti e laboratori, rivolte in particolare agli studenti delle scuole superiori, ormai prossimi all’ingresso nel mondo accademico.